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Green pass: obbligo esteso anche a colf, badanti e babysitter

Green pass: cosa cambia per i lavoratori domestici? Ecco le nuove regole
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Green pass: obbligo esteso anche a colf, badanti e babysitter
 

Il decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127 recante “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening” indica che dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, il green pass diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori, anche quelli domestici.

Si tratta di una platea stimata di circa due milioni di persone tra colf, badanti e baby-sitter

Tale obbligo arriva dopo l’appello dell’Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf) che già da tempo aveva chiesto un intervento legislativo in tal senso.

Si tratta di un cambiamento che potrebbe generare non poche difficoltà alle tante famiglie che hanno assistenti in famiglia, dato che la quota di badanti, colf e baby-sitter non ancora vaccinati si teme possa arrivare fino al 50% del totale.

Vediamo ora nel dettaglio quali sono tutte le regole per il green pass di colf, badanti e babysitter.
 

Green Pass: a chi spettano i controlli?

A rispondere a questa domanda, in un’intervista al Messaggero, è stato il ministro per le Pari Opportunità e la famiglia Elena Bonetti: «La famiglia dovrà comportarsi come un qualsiasi datore di lavoro. Entro il 15 ottobre ha l’obbligo di farsi carico di verificare che la persona che lavora in casa sia dotata di Green Pass. Si tratta di una misura di protezione e tutela nei confronti dei familiari e degli stessi lavoratori. Usciranno a riguardo delle linee guida, ma è chiaro che in casa valgono le stesse regole degli altri luoghi di lavoro. Nel caso ci sia un rifiuto di ottemperare all’obbligo la famiglia ha lo strumento per sospendere il collaboratore domestico, la badante o la baby-sitter, come è previsto per tutti gli altri lavoratori. Soprattutto in un momento in cui c’è desiderio di ricominciare con energia e slancio, il Green Pass rappresenta uno strumento di tutela del diritto alla salute e al lavoro».

In casa valgono, dunque, le stesse regole degli altri luoghi di lavoro. Sarà il datore di lavoro o un appartenente al suo nucleo familiare a dover controllare il possesso del Green Pass prima di far accedere il lavoratore in casa.
 

Green Pass: modalità di controllo

Ancora non sono state specificate le modalità operative di controllo che spettano ai datori, si attende un ulteriore provvedimento.

La soluzione che il governo sta studiando in questi giorni in vista dell'obbligo di Green Pass dal 15 ottobre prossimo è quella di allargare l'utilità dell'App VerificaC19 anche alle famiglie.

Con l'applicazione, infatti, le famiglie controllerebbero la regolarità del Green Pass semplicemente dal QR code di ciascun documento.

Sul punto però emergono non poche perplessità legate, in particolar modo, alle difficoltà concretamente riscontrabili dagli anziani nell’uso dell’applicazione in parola.


Green Pass: cosa fare se il lavoratore non ne è in possesso?

Se il lavoratore domestico assunto non possiede o non esibisce una versione valida del Green pass dovrà essere considerato assente ingiustificato: non potrà quindi svolgere attività lavorativa e non percepirà la retribuzione.

La motivazione di un eventuale licenziamento non potrà, invece, essere il mancato possesso del Green Pass poiché il Decreto-legge n. 127/2021 prevede espressamente che il lavoratore, seppur assente ingiustificato, abbia diritto alla conservazione del posto di lavoro.

D’altra parte, non va dimenticato che nel rapporto di lavoro domestico vige comunque un regime di libera recedibilità. Pertanto, il datore di lavoro sarà sempre libero di licenziare senza addurre una motivazione né una giusta causa la cui sussistenza rileva esclusivamente ai fini del diritto all’indennità sostitutiva del preavviso.
 

Green Pass e lavoro nero

Anche in caso di lavoratore domestico in nero o senza permesso di soggiorno la famiglia è comunque costretta alla verifica.

Anzi, proprio l’arrivo dell’obbligo del Green Pass potrebbe apportare una nuova spinta all’emersione del lavoro nero. Fra il 2019 e 2020, anche per le restrizioni e gli obblighi legati alla pandemia, il numero dei lavoratori domestici regolari è, infatti, aumentato di circa 64.529 unità.
 

Green pass: le sanzioni

Per il lavoratore che entra nel luogo di lavoro senza Green Pass la sanzione amministrativa va da 600 a 1500 euro. Per il datore di lavoro che non controlla la sanzione va da 400 a 1000 euro.