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Guerra partigiana: la strage di Cumiana e l’archivio Falzone del Barbarò

Guerra partigiana
Guerra partigiana

30 marzo 1944: a Cumiana, un piccolo comune piemontese a pochi chilometri da Torino, tra Pinerolo e Piossasco, arrivano diversi reparti del VII Battaglione Milizia Armata, le cosiddette SS italiane, circa cento uomini comandati da ufficiali e sottufficiali tedeschi. In poco tempo inizia un rastrellamento a tappeto nella Val Chisola che si conclude con l'arresto di una settantina di persone: si tratta di un’azione programmata da tempo contro i partigiani locali, che nel frattempo si riuniscono e decidono una controffensiva per la mattina successiva.

Si sceglie una manovra d'accerchiamento che conduce in poco tempo alla resa del gruppo nazifascista: il grosso del presidio, trentadue tra ufficiali e sottufficiali tedeschi e italiani, si consegna prigioniero, diciannove sono i feriti dei quali uno morirà all'ospedale di Pinerolo il giorno stesso, mentre tra i partigiani muore un giovane di Carmagnola e resta ferito un ragazzo siciliano.

La risposta è spietata: nel pomeriggio del 1 aprile alcuni reparti tedeschi e fascisti danno fuoco a diverse abitazioni di Cumiana e prendono in ostaggio tutta la popolazione maschile, in tutto 150 civili, dando ai partigiani un ultimatum per la restituzione dei prigionieri entro le 18 del 3 aprile, pena l’esecuzione degli ostaggi.

I partigiani accolgono l’ultimatum ma quando arrivano a Cumiana la strage è già avvenuta: cinquantun uomini sono stati barbaramente trucidati.

ASTo_Archivio Falzone_mazzo 1_1944_Elenco fucilati_1
ASTo_Archivio Falzone_mazzo 1_1944_Elenco fucilati_2

Le trattative dei giorni seguenti permettono di salvare i restanti ostaggi, un centinaio, in cambio della consegna dei prigionieri nazifascisti. La violenza della strage segna profondamente l’opinione pubblica tanto da indurre i tedeschi a produrre e diffondere circa un mese dopo un volantino intitolato “La verità su Cumiana” che in realtà raccoglie una serie di notizie false o contraffatte per fornire una giustificazione all'eccidio ingiustificato dei civili.

ASTo_Archivio Falzone_mazzo 1_1944_Volantino Cumiana

Il volantino si conserva nell'archivio personale di Giuseppe Falzone del Barbarò (1916-1980), uno dei protagonisti della guerra di liberazione nazionale, originario di Breme in provincia di Pavia:

1_ASTo_Archivio Falzone_Giuseppe Falzone

entrato nelle bande partigiane in Valle Pesio all’inizio del 1944, si trasferisce dopo poco in Val Sangone dove, in estate, diventa comandante della brigata "Sandro Magnone",

2_ASTo_Archivio Falzone_Vita quotidiana
3_ASTo_Archivio Falzone_Vita quotidiana_2
4_ASTo_Archivio Falzone_La tomba di Sandro Magnone
5_ASTo_Archivio Falzone_Pasqua 1944

inquadrata della divisione partigiana "Sergio De Vitis", che partecipa alla rappresaglia di Cumiana.

Nell’aprile 1945, proprio gli uomini di Falzone sono tra i primi a entrare a Torino ingaggiando un violento conflitto con le forze nazifasciste.

Guerra partigiana
7_ASTo_Archivio Falzone_Aprile 1945_ A Torino_2

L’archivio di Giuseppe Falzone, per volontà testamentaria, è stato donato nel 2002 dal figlio Michele all'Archivio di Stato di Torino e contiene ricca documentazione sull'attività delle brigate (racconti, lettere, testimonianze e fotografie ma anche opuscoli e articoli di giornale dedicati alla Resistenza) e sulle iniziative promosse dallo stesso Falzone dopo la guerra a favore dei partigiani e delle loro famiglie, tra cui la costruzione dell'Ossario dei caduti di Forno di Coazze.

8_ASTo_Archivio Falzone_I bambini di Coazze scrivono a Falzone

 

Per approfondire:

https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/larchivio/didattica/la-strage-di-cumiana/

http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=34075

https://ecomuseoresistenza.wixsite.com/coazze/l-ossario-dei-caduti-di-forno-di-co