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Honoré Daumier: "Le Grand Escalier du Palais de Justice", 1865

Le Grand Escalier du Palais de Justice, 1865, tecnica mista (carboncino, penna inchiostro, acquarello e gouache su carta)
Le Grand Escalier du Palais de Justice, 1865, tecnica mista (carboncino, penna inchiostro, acquarello e gouache su carta)

L’opera

Il celebre illustratore e scultore francese, iscrivibile nel grande alveo del verismo, espresse una violenta satira sui mali della società francese del tempo, con velenose caricature sulle ingiustizie dei potenti che gli procurarono numerosi guai. Ebbe modo di conoscere da vicino l'ambiente giudiziario per essere stato in gioventù fattorino di un ufficiale giudiziario.

Descente du grand escalier du Palais de Justice. Gravure sur bois par Prunaire. 260 x 354. Très belle épreuve sur vélin mince, coloriée, dédicacée à la mine de plomb: «A mon ami Georges Vian Alf. Prunaire». Légères traces de plis. Petit trou en pied. Toutes marges. Le dédicataire Georges Vian est un homme politique français (1842-1905) Ingénieur, il fut maire de Saint-Chéron et conseiller général, ainsi que député de Seine-et-Oise de 1890 à 1893.

 

Dove

L’opera si trova a Baltimore, esposta presso The Baltimore Museum of Art il grande museo di arte antica, arte moderna ed arte contemporanea fondato nel 1934 che si trova in Art Musen Drive a a Baltimora, negli Stati Unito.

 

Chi

Daumierdomi̯é›, Honoré è stato un pittore, scultore, litografo (Marsiglia 1808 - Valmondois, Val d'Oise, 1879). Artista originalissimo, tra i maggiori dell'Ottocento francese, esordì come disegnatore e litografo; all'arte litografica fu istruito da Ramelet. Aveva avuto infanzia e adolescenza povere e, come commesso presso un legale, aveva affinato il suo senso di osservazione di caratteri e ambienti. La sua formazione fu essenzialmente autodidattica, malgrado la sua presenza all'Accademia nel 1828. Nel 1830 partecipò alla rivoluzione di luglio, e nella passione politica definì il suo stile incisivo e grandioso. Collaborò alla Caricature (1831-1835), giornale di opposizione con disegni satirici che andarono acquistando una straordinaria potenza di denuncia sociale: appartengono a questo gruppo Le ventre législatif e La rue Transnonain, concepite per le insurrezioni dell'aprile 1834. Soppressa la libertà di stampa (1835), si volse, sul giornale Charivari, alla satira di costume (serie di Robert Macaire, Bohémiens de Paris, Bas bleus, Les bons bourgeois, Gens de justice, ecc.). Nel 1848 ritornò alla satira politica con litografie e con la statuetta di Ratapoil, tipo dell'aguzzino bonapartista, fusa in bronzo nel 1888. Ma la proclamazione dell'Impero (1852) lo costrinse ad appartarsi dalla lotta politica e a dedicarsi alla satira di costume. Egli si volse soprattutto alla pittura, lasciando (1855) Parigi per Valmondois e stringendo rapporti con i pittori di Barbizon: una vigorosa, appassionata tesi umana e sociale traspare nei suoi quadri, che ritraggono tribunali, avvocati, amatori di stampe, attori di teatro, lavoratori, ecc. Numerose sono le variazioni sul tema prediletto del Don Chisciotte. D. elevò al più alto livello di poesia i più umili motivi della vita quotidiana (Portatrici d'acqua; Lavanderia; Viaggiatori di terza classe; Commedianti, ecc.). L'aspro accento polemico e l'evidente contenuto sociale alienarono al D. il favore del pubblico parigino del secondo Impero, ma gli artisti lo consideravano un maestro e C. Corot confortò la sua misera vecchiaia acquistando per lui la piccola casa dove morì solo e dimenticato. (dal sito Treccani).

Per approfondire la sua vita e le opere dell’artista, clicca sul sito del Musée d’Orsay.