Il labirinto del silenzio
Trama
Siamo nel 1958. Nessuno vuole ricordare i tempi del regime nazionalsocialista. Il giovane procuratore Johann Radmann si imbatte in alcuni documenti che aiutano a dare il via al processo contro alcuni importanti personaggi pubblici che avevano prestato servizio ad Auschwitz. Ma gli orrori del passato e l’ostilità che avverte nei confronti del suo lavoro portano Johann vicino all’esaurimento. È quasi impossibile per lui trovare l’uscita da questo labirinto: tutti sembrano essere stati coinvolti o colpevoli.
Principali temi giuridico/legali trattati: aspetti probatori (testimonianze), aspetti dibattimentali (interrogatori), omissione di soccorso. Si rilevano, purtroppo, scarsi approfondimenti giuridici rispetto agli spunti che potevano essere trattati rispetto alla trama.
Voto di Filodiritto: 7/10
Voti di altre testate: Coming Soon: 4,3/5 – Mymoovies: 3,63/5 - FilmTv: 7/10
Note critiche
Ottima opera prima dell’italo tedesco Giulio Ricciarelli. Una pellicola emozionante, davvero ben girata, capace di raccontare in maniera efficace ed empatica un capitolo poco noto di quegli anni, un periodi delicato che ha cambiato il modo in cui la Germania guardava al suo passato. Un’emozionante storia di coraggio, responsabilità e di lotta per la giustizia. Attori in forma, ma il plauso va a Alexander Fehling, che mette in scena un novello Edipo deciso a scoprire la verità anche se “conoscere è soffrire”.
La curiosità
Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia il film ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 375 mila euro e 55,5 mila euro nel primo weekend. Selezionato dalla Germania a concorrere all'Oscar 2016 per il miglior film straniero.
Da Mymovies (www.mymovies.it): “…Mescolando personaggi reali (il giornalista Thomas Gnielka e il procuratore Fritz Bauer, a cui il film rende omaggio) e di finzione (il protagonista 'composto' da tre procuratori esistiti), l'autore realizza un dramma giuridico e personale storicamente irreprensibile. Film-dossier sobrio ed efficace, Il labirinto del silenzio scorre una pagina rilevante della storia in fondo alla quale il male avrà finalmente "un nome, un viso, un'età, un indirizzo". Divorato dall'interno e 'aggredito' dall'omertà dominante, il protagonista ostinato di Alexander Fehling si fa carico del passato della nazione. Convinto di vivere nel paese migliore del mondo, come cantano i bambini nel cortile della scuola, Radmann non riesce davvero a immaginare cosa siano stati i campi di sterminio spacciati per 'campi di detenzione preventiva'. Ma l'enormità della menzogna non tarda a travolgere il protagonista convinto di indagare su un omicidio e smentito dalla realtà che emerge lo sterminio di massa. Due anni dopo il processo Eichmann a Gerusalemme e vent'anni dopo il processo di Norimberga, ventidue criminali nazisti (soltanto sei saranno condannati all'ergastolo) compariranno davanti al tribunale di Francoforte. Momento capitale nella storia recente della Germania, il 'secondo processo di Auschwitz' apre una fase volta alla sensibilizzazione della magistratura e dell'opinione pubblica sul tema delle colpe e delle responsabilità della Germania durante la guerra. Assumere il proprio passato divenne da allora un dovere morale per tutto il Paese. Teso e appassionante come un polar, Il labirinto del silenzio svolge una partitura inquisitoria che bracca i cattivi, confronta superiori, gerarchi e subordinati e interroga il silenzio degli aguzzini e quello delle vittime, barricate dietro il loro dolore. Perché il film, attraverso il personaggio di Simon, tratta (anche) l'isolamento dei sopravvissuti, la difficile integrazione in Germania come in Israele, l'impossibilità di dire a chi ignorava l'ampiezza dello sterminio. Ma il film trova le parole, quelle della legge e quelle del Kaddish che Radmann e Gnielka reciteranno per i bambini di Simon lungo il perimetro spinato di Auschwitz. Il silenzio è rotto.”
Citazione da ricordare
“Dimenticheremo presto il più grande crimine contro l’umanità. - Di cosa sta parlando? - Che un procuratore tedesco non sappia cosa è successo ad Auschwitz è vergognoso”.
Scheda tecnica
Regia: Giulio Ricciarelli.
Cast: Alexander Fehling, Andre´ Szymanski, Friederike Becht, Johannes Krisch, Hansi Jochmann
Titolo originale: Im Labyrinth des Schweigens
Genere: drammatico – Germania, 2014, durata 124 minuti