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Il Mobility manager: focus sulla professione del futuro

Marina di Ravenna
Ph. Ermes Galli / Marina di Ravenna

Abstract:

Il 10 maggio 2021, il Ministro dei Trasporti e delle Mobilità sostenibili, On. Enrico Giovannini, ha firmato con il ministro della Transizione ecologica On. Roberto Cingolani, il Decreto sull’istituzione del Mobility manager nelle imprese e nelle istituzioni con oltre 100 addetti, rendendo di fatto obbligatorio per le imprese di medie e grandi dimensioni munirsi di questa figura professionale già presente in Italia dal 1998. (Il Decreto-Legge recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2021[1]).

 

Indice:

1. Perché investire sulla figura professionale del Mobility manager

2. Nascita e diffusione del Mobility manager

3. Il punto di svolta del 2019

4. Aspetti pratici: chi è e cosa fa il Mobility manager

5. Aspetti pratici: focus sul Piano Spostamenti Casa-Lavoro

6. L’importanza della multidisciplinarietà

7. Considerazioni conclusive

 

1. Perché investire sulla figura professionale del Mobility manager

La ratio di siffatta scelta è dettata dalla pandemia: è evidente che tra i numerosi cambiamenti innescati dal Covid-19 e dalle conseguenti restrizioni, la mobilità rappresenta uno dei temi centrali. Ciò spiega perché il cosiddetto “Decreto Rilancio” riserva ampio spazio alla diffusione della figura professionale del Mobility manager.
Profetiche le parole del Ministro Giovannini circa “l’opportunità di ripensare i tempi della città, i tempi del movimento, delle scuole, delle persone. Non dobbiamo solo inseguire i cambiamenti ma possiamo gestire questo elemento che incide moltissimo sulla qualità della vita”[2].

 

2. Nascita e diffusione del Mobility manager

La figura professionale del Mobility manager nasce in Italia a seguito del Decreto Ministeriale del 27 marzo 1998 dedicato alle norme in materia di “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”. Sullo sfondo del suddetto Decreto vi erano gli Accordi di Kyoto del 1997 per la riduzione delle emissioni inquinanti.

Di fatto, dunque, il Mobility manager ha una matrice “ecologica”, poiché nasce con l’esigenza di contrastare e ridurre le conseguenze derivanti dall’alto tasso di inquinamento.
L’obiettivo primordiale era relegato alla volontà di ottimizzare i costi e gli impatti della mobilità sul territorio, con particolare attenzione alla componente ambientale.
La statuizione del 1998 prevedeva l’obbligo di identificare un Mobility manager negli enti pubblici con più di 300 dipendenti e nelle aziende con almeno 800 unità di personale ma riservava tale previsione solo in alcuni comuni: quelli a rischio di inquinamento atmosferico. Ecco perché nell’ampio arco temporale che va dal 1998 al 2019 di Mobility management si è parlato poco e altrettanto lenta è stata la sua diffusione.


3. Il punto di svolta del 2019

L’emergenza epidemiologica ha segnato un cambio di rotta, spostando il focus sulla salute dei dipendenti, sul distanziamento sociale e sulla gestione dello Smart Working.

Un cambio di ratio ma non di tecniche, sicché gli strumenti e le competenze proprie del Mobility Manager sono rimaste pressoché invariate e si sono soltanto adeguate al grosso cambiamento segnato dalla nuova realtà.

 

4. Mobility manager: aspetti pratici

L’obiettivo principale perseguito dal Mobility manager attiene alla creazione del Piano Spostamenti Casa-Lavoro (indicato sovente con l’acronimo PSCL): si tratta di uno strumento di razionalizzazione degli spostamenti del personale realizzato attraverso l’analisi, lo sviluppo e la verifica di una serie di aspetti, fattori e variabili.

Il tutto finalizzato al miglioramento della raggiungibilità dei luoghi di lavoro e alla ottimizzazione degli spostamenti dei dipendenti. I benefici dell’azione di questa figura professionale sono numerosi e importanti e non si limitano alla riduzione dell’utilizzo dell’auto privata con conseguente diminuzione della congestione nelle ore di punta e dell’impatto ambientale generato dal traffico veicolare o ad un generale miglioramento del benessere dei dipendenti con effetti positivi anche sulla spesa per i trasporti.

Oggi, le competenze del Mobility Manager sono divenute necessarie e imprescindibili per riorganizzare di fatto il lavoro delle aziende pubbliche e private, a seguito della nuova realtà entrata prepotentemente nella nostra quotidianità.

 

5. Mobility manager, aspetti pratici: focus sul Piano Spostamenti Casa-Lavoro

La trasmissione del suddetto piano, indicato con l’acronimo “PSCL”, è obbligatoria per legge ogni anno entro il 31 dicembre e per la sua stesura il Mobility manager si trova a svolgere diverse mansioni che richiedono competenze specifiche.

Anzitutto, deve effettuare un’analisi dell’accessibilità dei luoghi di lavoro, esaminando offerta e domanda di mobilità dell’area, mediante strumenti statistici e “tool di geocoding” (Il Geocoding è una tecnica che consente di convertire l’indirizzo di una via, una piazza o più semplicemente del centro città, nelle corrispondenti coordinate geografiche di latitudine e longitudine). Si avvale generalmente di questionari sociologici per conoscere le esigenze del personale aziendale, che andranno poi a creare un database della mobilità aziendale.

Tale database rappresenta la base su cui fare approdare la successiva fase progettuale, in cui il Mobility manager crea una serie di soluzioni per la mobilità sostenibile. Alla fase progettuale segue quella attuativa, in cui vengono poste in essere le nuove politiche che saranno oggetto di costante monitoraggio e successive revisioni annuali del Piano, per adattarlo il più possibile alle esigenze del momento.
A tutto ciò segue la definizione del “trade-off”, cioè dell’incontro tra domanda e offerta di mobilità: in questa fase il Mobility manager identifica gli interventi attuabili. Se prima della pandemia questi erano relegati all’adozione di car pooling e car sharing, all’implementazione di un servizio collettivo aziendale o ad incentivi per l’uso dei mezzi di trasporto pubblici o di veicoli alternativi come biciclette e monopattini elettrici, oggi il focus è spostato soprattutto sul versante delle esigenze dell’azienda.
Emergono dunque temi di particolare rilievo come l’introduzione di soluzioni di Smart Working, la modifica degli orari lavorativi differenziati e resi più flessibili, la creazione di occasioni creative e “contest” per modificare la cultura aziendale nei confronti della mobilità.

 

6. L’importanza della multidisciplinarietà

Emerge, ordunque, quanto il lavoro del Mobility manager sia di tipo analitico ma anche multidisciplinare, perché comprende aspetti comunicativi e di Marketing, vista la crucialità della creazione di una cultura della mobilità sostenibile in azienda.
Il suo compito richiede molteplici doti, che possono essere racchiuse nel raggio di azione di un dipartimento delle Risorse Umane potenziato.

Le competenze richieste vanno identificate negli ambiti del Marketing, delle capacità relazionali, ma anche dell’analisi dati e della logistica con “skill” di “Fleet Management” e “Travel Management” abbinate ad una profonda conoscenza del territorio in cui si opera.


7. Considerazioni conclusive sul Mobility manager

È innegabile che, tra le tante professioni in difficoltà a causa del Covid-19, quella del Mobility Manager è una di quelle la cui richiesta è invece aumentata: non a caso, molte Università hanno iniziato ad offrire master di specializzazione.

A seguito del Decreto Rilancio, il Mobility manager aziendale è nominato tra soggetti in possesso di un’elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente.

Si ricorda, in conclusione, che il Decreto è entrato in vigore il 27 maggio 2021 e, in fase di prima applicazione, le aziende devono adottare il Piano Spostamenti entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, dunque entro il 23 novembre 2021.

 

[1] Qui il Decreto-Legge del 19 maggio 2020, numero 34: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg

[2] https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/mobilita/2021/05/11/giovannini-firmato-il-decreto-sui-mobility-manager_b308a25b-bd9c-4368-b402-2a93b5cb9224.html