Il videogioco
Due barre che si muovono su e giù ai lati dello schermo, una pallina che rimbalza fra di loro: è Pong, il primo videogioco “a gettoni”, che fece la sua comparsa nel 1971 all’Andy Capp, un locale di Sunnyvale, in California. Nulla a che vedere con quanto oggi intendiamo per videogioco, ovvero prodigi di grafica, effetti sonori strabilianti e quant’altro, ma al tempo Pong fu un vero terremoto e rappresentò il punto di partenza della moderna industria dei videogiochi.
Il suo inventore, Nolan Bushnell, che per hobby progettava prototipi di giochi per il computer, aveva già realizzato nel 1970 un primo modello di videogame, il Computer Space. Il gioco, però, non era piaciuto: era troppo complicato e nemmeno particolarmente avvincente.
Il successo di Pong, invece, fu lampante.
Dopo aver realizzato il prototipo Bushnell volle provarlo, così lo mise nel bar di un amico per vedere la reazione degli avventori. I primi due che iniziarono a giocare dopo un primo momento di incertezza passarono tutto il pomeriggio davanti allo schermo. Il giorno dopo davanti al bar c’era coda prima ancora dell’apertura: il gioco fu letteralmente preso d’assalto e dopo poche ore si ruppe, intasato dalle monetine.
Bushnell si accorse subito di aver realizzato qualcosa di straordinario e, insieme all’amico Ted Dabney e con 500 dollari di capitale, fondò nel 1972 la Atari, iniziando la commercializzazione del videogioco.
Pong si rivelò un prodotto davvero di massa (Atari guadagnò tre milioni di dollari con i suoi Pong da bar), tanto che nel 1975 l’azienda ne realizzò la versione “da casa”. La nuova versione fu l’articolo più venduto quell’anno dal catalogo «Sears», che ne aveva ottenuto l’esclusiva per la vendita.
Solo quattro anni dopo la sua fondazione la Atari valeva già un patrimonio e Bushnell la vendette alla Warner Communications per circa 28 milioni di dollari.
Con la Warner Atari raggiunse il suo più grande successo, vendendo milioni di console Atari 2600 e contribuendo da sola per un terzo alle entrate annuali dell’intera società. Seguendo ancora una volta il suo spirito pionieristico e le sue grandi capacità imprenditoriali, nel 1977 Bushnell aprì il primo ristorante di quella che è poi diventata la catena Chuck E. Cheese’s, dove i bambini possono mangiare e nello stesso tempo giocare, guarda caso, con i videogame Atari, disseminati ovunque nelle sale.