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No

Lecce
Ph. Antonio Capodieci / Lecce

“Un no pronunciato con convinzione è migliore di un sì pronunciato unicamente per compiacere o, peggio ancora, evitare problemi”

Mahatma Gandhi

 

Dire di no …in fondo il bambino impara prima a dire di no che a dire di sì. È il suo modo per conoscere il mondo e i suoi limiti. Per noi è un po’ una parola taboo, sembra vada ad intaccare le buone relazioni, la buona immagine che vogliamo dare di noi. Ma è una parola ricca e funzionale, che si collega con l’assertività. Attenzione: non confondiamo l’assertività con l’aggressività (che non è funzionale ed è invece frutto di paura).

Non confondiamola nemmeno con la passività che va ad attaccare la nostra autostima, la nostra capacità di essere autonomi, di vedere i nostri bisogni. Possiamo dire no (oppure, con un po’ di negoziazione, non adesso).

Non valgo di meno se dico di no. Anzi. Dire sempre di si è una trappola, ci fa stare male, ci fa sentire invischiati e impotenti e molto spesso il lavoro viene fatto con meno cura perché pressati da tante richieste.

Allora proviamo a riprendere il potere nelle nostre mani.

L’assertività è cercare vantaggi comuni: si presta attenzione sia ai bisogni dell’altro sia ai propri (e questo vale sul lavoro come nella vita privata). Questo bilanciamento favorisce il trovare soluzioni vantaggiose e funzionali per tutti. L’assertività è strettamente collegata con la nostra capacità di prendere decisioni: come ci ricorda il garbato Paulo Coelhol’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni”.

Per cui decidiamo con serenità: sarà la decisione più funzionale che possiamo prendere in quel momento (altrimenti ne avremmo presa un’altra) e liberiamoci del terribile quanto inutile “senno di poi”. Se ci rendiamo conto che tendiamo a dire troppi SI che non sono funzionali (ce ne rendiamo conto perché ci arrabbiamo con noi stessi e/o con quelli cui diciamo SI) facciamo per una settimana il gioco dei NO: proviamo a dire un NO (o non adesso) al giorno e poi vediamo come ci sentiamo. Ma se non ci riusciamo, diamoci del tempo, perdoniamoci e accettiamoci.

Per dire di no ci va coraggio: il coraggio di essere noi stessi!

Per approfondire il senso del “no”, vi invito a rivedere il concetto di ribellione, così ben trattato dal professor Vender (Link).

Come al solito qualche domanda per riflettere e cambiare:

  • A chi dico no?
  • Perché non riesco a dire di no?
  • Perché dico sempre di no?
  • Quale no posso dire per stare meglio?
  • Che cosa succede se dico di no?

Non mi resta che augurarvi qualche no in più per potere dire si a voi stessi e alla vita.