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Pasolini e il ruolo della donna nella famiglia

L'intervista tratta da "Donna donna" del settembre 1974
Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini

Pasolini e il ruolo della donna nella famiglia

Riproponiamo la trascrizione di una intervista, andata in onda il 21 settembre 1974 su Rai Uno, nell'ambito del programma "Donna donna", in cui Pier Paolo Pasolini interviene per parlare dei mutamenti cui va incontro la famiglia tradizionale e sul ruolo della donna nel contesto dei mutamenti stessi.

L'intervistatrice, così come l'intervistatore, vengono indicati come "Donna" e "Uomo".

Un documento eccezionale che ci testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto Pasolini fosse avanti rispetto alle tematiche più attuali e scottanti dell'epoca.
 

Donna: Pier Paolo Pasolini ci ha raccontato tante favole antichissime che appartengono al genero umano, al patrimonio di chiunque, alle passioni di chiunque. E una bellissima, che appunto riguarda, il complesso, insomma l'appartenenza di ogni creatura umana alla madre. Ma non vorrei parlare solo di questo, vorrei parlare un po' della famiglia umana in generale. Vorrei chiedere a te Pier Paolo, a te che sei un poeta soprattutto: cos'è nella famiglia umana, soprattutto, che è andato dal piccolo nucleo famigliare alla famiglia umana in generale...è andato peggiorando? Che ha seminato male, che ci ha portato invece a essere una società felice, malgrado il benessere, ci ha portati a una specie di angoscia collettiva?

 

Pasolini: Non ti risponderò come poeta, ti risponderò come uomo che s'interessa ai problemi dei suoi tempi. Nella tua domanda è implicita un'infinità di sotto domande, di problemi, ciò la repressione, l'oppressione, la mancanza di libertà, il conformismo, l'ipocrisia...sono tutti fatti maturati in seno alla famiglia. Perché la famiglia praticamente è un altro che una piccola difesa un po' meschina che fa l'uomo per difendersi dal terrore, dalla paura, dalla fame...è una specie d'istinto di difesa per cui l'uomo si crea una tana e in questa tana fa quello che vuole. Il padre opprimi i figli etc etc.

Detto questo la famiglia è anche il covo delle cose più belle dell'umanità. Le due code sono orrendamente ambigui e inestricabili. Cioè tutto ciò che di male ha fatto l'umanità finora e ciò che di bene ha fatto l'umanità, nasce sempre da questo rapporto ambiguo che ha il figlio con i genitori. Che benché schematico ed elementare però, è come le note musicali che sono soltanto sette e puoi fare tutto quello che vuoi. Così un questo rapporto del padre col figlio, del figlio con la madre, in questo piccolo triangolo nascono tutte le tragedie tutte le possibilità.

Quindi cosa vuoi? Che ti parli bene o che ti parli male della famiglia? Decidi tu.

 

Donna: Tutte e due, il tuo giudizio critico

 

Pasolini: Allora, vediamo cosa mi dici alla fine.

 

Donna: Una componente proprio, che in un certo senso dando per scontato, che siamo tutti convinti che il nucleo amoroso che c'era dentro alla famiglia è stato un seme positivo, cioè quello che spingeva ad accoppiarsi a stare insieme, ad avere quello che hai detto te, una tana, etc etc, era positivo. Ma cos'è che ha seminato così male che deteriorato questo amore?

 

Pasolini: Volevo dirti che è successo qualcosa in questi ultimi dieci anni in Italia, nel mondo in questi ultimi cinquant'anni, cioè siamo passati di un'Era con la "E" maiuscola, cioè un periodo millenaristico e non semplicemente di secoli e di anni in cui la famiglia era veramente il nucleo di questo mosaico che era la società preindustriale cioè artigianale e contadina, siamo passati a un'altra Era con la "E" maiuscola che è la Era della civiltà tecnologica. In questa nuova Era la famiglia non serve più.

 

Donna: Ma non serve più o deve cambiare in qualche modo?

 

Pasolini: Questo non lo so, non sono né un sociologo né un direttore di azienda. Comunque faccio una domanda io a te. Se tu fossi un direttore di azienda o un industriale, penseresti di collocare meglio i tuoi prodotti presso gruppi d'individui isolati oppure presso i nuclei famigliari?

 

Donna: Be' forse è un'idea sbagliata del processo che fanno gli industriali, ma io penso che penserei di allinearli il più possibile quindi a modo suo la famiglia, in certo senso e più rischiosa che non far crescere gli individui e la collettività, che sono più facilmente...non so

 

Pasolini: Questo a mi risulta che questo ancora rimanga un problema aperto. Perché la famiglia è raggiunta proprio in quanto famiglia mettiamo dal Carosello...attraverso la TV raggiunge proprio il nucleo famigliare che si fa dunque un nucleo di consumatori col padre il figlio, etc etc. Però nel tempo stesso ci sono dei fenomeni che stanno a dimostrare come la famiglia si sta dissolvendo. Non è più quel centro completo, totale, quel codice primo del codice sociale che era una volta. I figli ormai passano il tempo fuori dalla famiglia.

 

Donna: Forse sarebbe possibile tentare, come è stato fatto in altri paesi, queste collettività elettive che porterebbero a mantenere fermo il problema dell'amore? Cioè chi dirige queste cose o chi è legato dentro queste cose dovrebbe ugualmente avere un rapporto sentimentale, affettivo etc. Però non con l'autorità e con la dipendenza del sangue. Non so se...

 

Pasolini: Ho capito tutto ciò che vuoi dire ma è pura utopia. Cioè bisognerebbe che fondassimo qui un partito utopistico, che facessimo delle elezioni e forse riusciremmo a fare questo. Ma il potere che non so dove sia, comunque al potere non importa niente di educare bene un bambino gli importa educare il bambino di modo che poi diventi un consumatore.

 

Donna: Cioè non che sia felice?

 

Pasolini: Mah, può darsi che la felicità e la gioia del consumo coincidano, che ne so. Adesso parlo del materiale oggettivo, comunque ti dico questo: il potere senza volerlo manovrato da una necessità storica di fronte a cui ne siamo impotenti, fa in modo di avere dei buoni consumatori non dei buoni figli.
 

Uomo: Tu non ritieni che un discorso evolutivo, quindi delle prospettive per la famiglia passi fondamentalmente attraverso l'emancipazione della donna?

 

Pasolini: Ammesso che la famiglia deva evolversi in senso positivo, che purtroppo nell'ambito in cui stiamo discutendo noi si identifica nel senso idealistico, e chiari che sia necessario che la donna si emancipi. Però gli farò un'attenzione, che effettivamente la donna si sta emancipando. In questi ultimi dieci anni, gli ultimi tre anni direi, si sono fatti dei passi enormi, potenzialmente tutte le donne italiane sono emancipate e dei piccolo gruppi avanzati lo sono ormai enormemente. Per tutta la mia infanzia, la mia adolescenza pareva che a alle donne non piacessero gli uomini, per esempio. Esso si vede che anche alle donne piacciono gli uomini, i passi avanti li ha fatti la donna. Il fatto è che quando la donna comincia a emanciparsi, e quindi comincia a dare un impulso nuovo alla famiglia in un senso progressista, èr tutta l'umanità che regredisce e peggiora. Nel momento in cui la donna si emancipa, si trova a vivere in questa umanità che è peggiorata al punto della civiltà consumistica di cui parlavamo prima.