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Quarantena ridotta per i vaccinati

Quarantena ridotta per i vaccinati
Quarantena ridotta per i vaccinati

La rapida diffusione della variante Omicron – che nel giorno di Natale era già responsabile del 45% degli oltre 54.000 casi individuati - e le attuali regole per la quarantena (7 giorni di isolamento per chi viene a contatto con un positivo) rischiano di “paralizzare” l'Italia generando un vero e proprio lockdown di fatto.

Di qui la necessità di rivedere le strategie di lotta al virus.

Una proposta già arrivata sul tavolo del governo e che mercoledì 29 dicembre sarà valutata dal Comitato tecnico scientifico è quella di ridurre la quarantena per i contatti stretti e vaccinati con terza dose tra i tre e i cinque giorni. Attualmente la quarantena per un vaccinato venuto in contatto con un positivo è invece di 7 giorni (e di 10 giorni per un non vaccinato).

 

Quarantena: chi sono i contatti stretti?

Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19;
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti;
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei;
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

 

Quarantena: l’opinione degli esperti

Tra i maggiori sostenitori della mini-quarantena c’è la Fondazione Gimbe il cui presidente, Nino Cartabellotta - fa un calcolo preciso in merito: «Ogni positivo può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria».

Netta è anche la posizione dell'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova. «Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi che hanno il Covid. Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con la malattia di chi non è vaccinato. […] Con oltre 50.000 casi al giorno destinati a diventare molti di più nelle prossime settimane, dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza con il virus. Chi è malato deve stare a casa, come sempre si sarebbe dovuto fare per le malattie infettive contagiose e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo».

Il rischio, conclude l'infettivologo, è che «continuando così potremmo trovarci tra pochissimo con milioni di persone isolate e in quarantena. Chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale? Usciamo dalla visione del Covid come malattia devastante ed entriamo nella fase endemica con una malattia più gestibile (nei vaccinati) costruendo regole diverse. Altrimenti sarà durissima».

Al Ministero della Salute prevale invece la cautela. Secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, «una revisione della quarantena è sicuramente necessaria, ma non è questo il momento. Aspettiamo almeno 10-15 giorni»

Della medesima opinione è anche il consigliere scientifico del ministero, Walter Ricciardi, il quale afferma che «Un’eventuale decisione sulle modalità di quarantena - chiarisce - si prende in base ad una modellistica precisa, ossia calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul Servizio sanitario nazionale. Bisogna comportarsi di conseguenza e non sulla base delle sensazioni».

 

Quarantena: il pressing dei governatori

Assolutamente favorevole alla quarantena breve c’è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che peraltro auspica anche l’allargamento dell’obbligo vaccinale. «Bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese» afferma quest’ultimo. Della stessa opinione sembra essere anche Massimiliano Fedriga - presidente del Friuli-Venezia Giulia – che su Twitter scrive «Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese».