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Ristoranti e Covid-19: possibile mangiare al chiuso. Ecco come

Un buco nei vari Decreti permette legittimamente ai ristori di far mangiare all’interno dei locali
ristoranti e covid-19
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Ristoranti e Covid-19: si può mangiare solo all’aperto

Sono tante le prese di posizione divertenti, ironiche ma anche amare, che riguardano il divieto di mangiare nei ristoranti all’interno dei locali. Persone che pranzano fuori al freddo polare, clienti che cenano sotto una pioggia torrenziale una minestra che si mischia all’acqua piovana.

Già, perché la normativa d’emergenza, introdotta dal Decreto Covid recentemente approvato, permette la ristorazione, nei limiti del coprifuoco, ovvero fino alle ore 22, solamente all’esterno dei locali, nei tavoli all’aperto, vietandola di fatto all’interno, nei tavoli al chiuso dei ristoranti.

Ristoranti e Covid-19: le proteste dei ristoratori

Questa decisione ha fatto infuriare buona parte della categoria legata alla ristorazione, da un lato perché non è ben chiaro il motivo, visto che ci sono protocolli di sicurezza che, se seguiti, rendono i ristoranti un posto innocuo e impediscono la trasmissione del COvid-19.

Dall’altro perché di fatto, in questo modo, si crea disparità e pregiudizio a quanti non posseggono posti all’aperto. Nei centri storici, infatti, se molti sono i dehors non si può dire la stessa cosa per le periferie. Molti di questi, infatti, pur avendo tavoli all’aperto, non sono dotati di copertura in caso di maltempo. E i permessi temporanei per avere la possibilità di aggiungere coperti all’aperto sono complessi da ottenere, con una tempistica molto lunga.

Ristoranti e Covid-19: come si fa a mangiare al chiuso?

Per aggirare il divieto imposto ai ristoranti a causa del Covid-19, c’è un trucchetto, assolutamente legale e legittimo: basta dichiarare di diventare mensa, e lo si può fare legittimamente firmando un contratto con un’azienda che dichiara di avere necessità di far mangiare i propri dipendenti.

Tentiamo conto che in tema di ristoranti e di Covid-19, tutti i Decreti attuati con le restrizioni per combattere il virus, compreso l’ultimo Decreto Covid recentemente approvato dal Governo Draghi, permette di continuare a svolgere le attività di “mense e di catering continuativo su base contrattuale ovviamente nel rispetto della distanza di sicurezza e eventuali prescrizioni aggiuntive.

Ristoranti e Covid-19: chi controlla l'esatta applicazione della norma?

Da più parti è stato denunciato il problema legato alla deroga alla attività di ristoranti al chiuso a causa del Covid-19 legata a questa interpretazione piuttosto estensiva della attività di mensa.

Sono partiti in molti luoghi controlli volti a verificare l’effettiva attività svolta e la limitazione a quelle categorie di lavoratori per i quali è stato realmente sottoscritto il contratto di ristorazione.

Difatti, molti locali fanno mangiare chiunque all’interno del ristorante, facendo firmare all’arrivo un modulo prestampato in cui si dichiara di essere il legale rappresentante della propria società e di volersi avvalere del “servizio mensa” per il proprio personale

Non esistono verifiche in tal senso, pertanto, chi vuole eludere la norma, può farlo liberamente senza alcuna punizione.

Pare, però, che da qualche giorno i controlli siano più stringenti, per fermare i “furbi”. Ma anche quelli che forse cercano di forzare la legge per tentare di sopravvivere.

Ristoranti e Covid-19: possono mangiare al chiuso le partite iva?

La situazione di ristoranti che aggirano le norme anti Covid-19 è quella descritta.

Attenzione però: da una interpretazione recente, risulta che partite iva e professionisti non possono avvalersi del servizio mensa su contratto continuativo di catering.

Per essere chiari, dunque, l’avvocato, il commercialista o il singolo lavoratore autonomo non possono mangiare al chiuso nei ristoranti perché si tratta di singoli e manca quindi il requisito della “ristorazione collettiva”.

Ristoranti e Covid -19: è possibile risolvere il problema?

Allo stato attuale, dunque, controlli e verifiche a parte, non pare possibile risolvere il problema legato ai ristoranti e Covid-19 in maniera univoca.

E dire che il sistema c’era, e ci sarebbe, ed è legato ai codici Ateco che dirimerebbero ogni dubbio e che sono stati esclusi dopo un iniziale utilizzo.

Difatti esistono specifici codici Ateco: il 56.29.1 per le mense e il codice 56.29.2 per il catering continuativo su base contrattuale.

Ma la soluzione sarebbe troppo facile. Dove starebbe, allora, il gusto?