x

x

Tribunale di Cosenza: condanna di persona giuridica per illecito 231

Svolgimento del processo

I signori Tizio, Caio, Mevia, Sempronio, Mevio, Valerio e Caia, sono stati tratti a giudizio per rispondere dei reati contestati come in epigrafe.

E’ stata altresì citata a giudizio la società Alfa s.r.l., per l’illecito amministrativo di cui all’art. 24 D.Lgs 231/01, contestato puntualmente al capo A bis).

Sono rimasti contumaci gli imputati Caio, Mevia, Sempronio, Mevio, Valerio e Caia; presenti Tizio e l’amministratore giudiziario della Alfa.

All’udienza del 1/10/07, in assenza di questioni preliminari, è stato dichiarato aperto il dibattimento ed ammesse le prove precostituite e costituende richieste dalle parti.

Quindi, nelle udienze successive sono stati sentiti i testimoni S., M. (ud.22/10/07 e 19/11/07 ), L. (ud. 20/12/07), A. (ud. 3/3/08) indicati dal pubblico ministero, nonché C., F. e V, richiesti dalla difesa.

All’esito dell’istruttoria è stata disposta l’acquisizione ai sensi dell’articolo 507 c.p.p., delle dichiarazioni ai fini IVA e imposte sui redditi e dei modelli F24, costituenti corpo del reato; le parti hanno prestato il consenso all’acquisizione delle visure prodotte all’udienza del 12/11/08.

Infine, sulle conclusioni rassegnate dalle parti all’udienza del 3/12/08, il processo è stato definito.

MOTIVAZIONE

CAPO A) . In sintesi, al capo a) si contesta a Tizio, Caio, Mevia e Sempronio il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, perché, il primo nella veste di promotore e gli altri quali concorrenti nella fase esecutiva, dopo aver avanzato domanda di finanziamento ai sensi della legge 488/92 per la realizzazione di una industria tessile in favore della società Alfa s.r.l. amministrata da Tizio, con artifici consistiti nella presentazione di false fatture e nella documentazione di spese per l’acquisto di macchinari, in misura artificiosamente gonfiata rispetto a quella effettiva, inducevano in errore la commissione verificatrice e conseguentemente ottenevano dallo Stato una serie di contribuzioni, erogate a stati di avanzamento fino al saldo del 12 febbraio 2003, nella misura complessiva di euro 4.116.971,31, con pari danno per l’amministrazione erogante.

Sull’accertamento dei fatti ha riferito il teste M., maresciallo della Guardia di Finanza, il quale, richiamando puntualmente i documenti acquisiti, ha illustrato lo svolgimento e l’esito della verifica effettuata nei confronti degli odierni imputati, ed in proposito ha dichiarato che l’indagine prese inizio da una segnalazione dell’Ufficio Italiano Cambi, da cui emergeva che una società, la Beta s.r.l., pur non avendo mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, risultava aver effettuato operazioni sospette, con l’emissione di fatture per la vendita di macchinari nei confronti della società Alfa, amministrata da Tizio.

La Guardia di Finanza decideva pertanto di effettuare perquisizioni nei confronti di quest’ultima società, sita in Montalto, la cui sede amministrativa era collocata presso gli uffici di altra società, la Gamma s.r.l., appartenente allo stesso gruppo Tizio.

Venivano rinvenuti contratti, fatture e bonifici che evidenziavano l’acquisto (simulato per interposizione fittizia) di macchinari dall’apparente fornitore Beta s.r.l. ed altra documentazione da cui emergeva che la società Alfa aveva effettuato trattative commerciali aventi ad oggetto le stesse macchine direttamente con fornitori esteri.

In effetti i documenti comprovanti le trattative di acquisto avevano ad oggetto contratti, o meglio schemi di contratto, che venivano successivamente ripresi, salvo qualche variante, nelle compravendite concluse, apparentemente, con la società Beta, che appariva pertanto soggetto interposto fittiziamente.

I fornitori effettivi erano di nazionalità estera, appartenenti alla comunit&agr

Svolgimento del processo

I signori Tizio, Caio, Mevia, Sempronio, Mevio, Valerio e Caia, sono stati tratti a giudizio per rispondere dei reati contestati come in epigrafe.

E’ stata altresì citata a giudizio la società Alfa s.r.l., per l’illecito amministrativo di cui all’art. 24 D.Lgs 231/01, contestato puntualmente al capo A bis).

Sono rimasti contumaci gli imputati Caio, Mevia, Sempronio, Mevio, Valerio e Caia; presenti Tizio e l’amministratore giudiziario della Alfa.

All’udienza del 1/10/07, in assenza di questioni preliminari, è stato dichiarato aperto il dibattimento ed ammesse le prove precostituite e costituende richieste dalle parti.

Quindi, nelle udienze successive sono stati sentiti i testimoni S., M. (ud.22/10/07 e 19/11/07 ), L. (ud. 20/12/07), A. (ud. 3/3/08) indicati dal pubblico ministero, nonché C., F. e V, richiesti dalla difesa.

All’esito dell’istruttoria è stata disposta l’acquisizione ai sensi dell’articolo 507 c.p.p., delle dichiarazioni ai fini IVA e imposte sui redditi e dei modelli F24, costituenti corpo del reato; le parti hanno prestato il consenso all’acquisizione delle visure prodotte all’udienza del 12/11/08.

Infine, sulle conclusioni rassegnate dalle parti all’udienza del 3/12/08, il processo è stato definito.

MOTIVAZIONE

CAPO A) . In sintesi, al capo a) si contesta a Tizio, Caio, Mevia e Sempronio il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, perché, il primo nella veste di promotore e gli altri quali concorrenti nella fase esecutiva, dopo aver avanzato domanda di finanziamento ai sensi della legge 488/92 per la realizzazione di una industria tessile in favore della società Alfa s.r.l. amministrata da Tizio, con artifici consistiti nella presentazione di false fatture e nella documentazione di spese per l’acquisto di macchinari, in misura artificiosamente gonfiata rispetto a quella effettiva, inducevano in errore la commissione verificatrice e conseguentemente ottenevano dallo Stato una serie di contribuzioni, erogate a stati di avanzamento fino al saldo del 12 febbraio 2003, nella misura complessiva di euro 4.116.971,31, con pari danno per l’amministrazione erogante.

Sull’accertamento dei fatti ha riferito il teste M., maresciallo della Guardia di Finanza, il quale, richiamando puntualmente i documenti acquisiti, ha illustrato lo svolgimento e l’esito della verifica effettuata nei confronti degli odierni imputati, ed in proposito ha dichiarato che l’indagine prese inizio da una segnalazione dell’Ufficio Italiano Cambi, da cui emergeva che una società, la Beta s.r.l., pur non avendo mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, risultava aver effettuato operazioni sospette, con l’emissione di fatture per la vendita di macchinari nei confronti della società Alfa, amministrata da Tizio.

La Guardia di Finanza decideva pertanto di effettuare perquisizioni nei confronti di quest’ultima società, sita in Montalto, la cui sede amministrativa era collocata presso gli uffici di altra società, la Gamma s.r.l., appartenente allo stesso gruppo Tizio.

Venivano rinvenuti contratti, fatture e bonifici che evidenziavano l’acquisto (simulato per interposizione fittizia) di macchinari dall’apparente fornitore Beta s.r.l. ed altra documentazione da cui emergeva che la società Alfa aveva effettuato trattative commerciali aventi ad oggetto le stesse macchine direttamente con fornitori esteri.

In effetti i documenti comprovanti le trattative di acquisto avevano ad oggetto contratti, o meglio schemi di contratto, che venivano successivamente ripresi, salvo qualche variante, nelle compravendite concluse, apparentemente, con la società Beta, che appariva pertanto soggetto interposto fittiziamente.

I fornitori effettivi erano di nazionalità estera, appartenenti alla comunit&agr