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Art. 447 - Richiesta di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari

1. Nel corso delle indagini preliminari, il giudice, se è presentata una richiesta congiunta o una richiesta con il consenso scritto dell’altra parte, fissa, con decreto in calce alla richiesta, l’udienza per la decisione, assegnando, se necessario, un termine al richiedente per la notificazione all’altra parte. Almeno tre giorni prima dell’udienza il fascicolo del pubblico ministero è depositato nella cancelleria del giudice.

2. Nell’udienza il pubblico ministero e il difensore sono sentiti se compaiono.

3. Se la richiesta è presentata da una parte, il giudice fissa con decreto un termine all’altra parte per esprimere il consenso o il dissenso e dispone che la richiesta e il decreto siano notificati a cura del richiedente. Prima della scadenza del termine non è consentita la revoca o la modifica della richiesta e in caso di consenso si procede a norma del comma 1.

Rassegna giurisprudenziale

Richiesta di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari (art. 447)

È nulla la sentenza di patteggiamento pronunciata senza previa fissazione di udienza camerale dopo l’esercizio dell’azione penale e la notifica del decreto di giudizio immediato. Basti considerare, al riguardo, che il provvedimento finale, costituente sentenza, presuppone un contraddittorio essenziale, senza il quale è radicalmente nullo, incidendo sull’esercizio del diritto di difesa dell’imputato (art. 178 lett. c) (Sez. 5, 29697/2017).

Dal dato testuale dell’art. 447, comma 3, il quale prevede che durante il termine fissato dal giudice per esprimere il consenso o il dissenso sulla richiesta di una delle parti, si ricava che la stessa non è revocabile, con conseguente illogicità della tesi che, una volta raggiunto l’accordo, la richiesta possa essere revocata; rileva inoltre il riconoscimento della natura di negozio giuridico processuale recettizio della richiesta di applicazione della pena, da cui discende la sua insuscettibilità, una volta pervenuta a conoscenza dell’altra parte, di revoca o modifica unilaterale, essendo sottoposta solo al controllo del giudice (Sez. 4, 5479/2018).

Quando l’applicazione di pena su richiesta delle parti avviene con procedimento in camera di consiglio, a norma degli artt. 447, comma 2, e 127, l’imputato che ha presentato la richiesta tramite il proprio difensore munito di mandato speciale, se è detenuto e non ha avanzato espressa istanza di essere sentito, non deve essere tradotto in camera di consiglio e neppure qualora sia detenuto in luogo posto fuori dalla circoscrizione del giudice deve essere ascoltato dal magistrato di sorveglianza del luogo (Sez. 2, 6610/2014).

Nell’udienza fissata a seguito della richiesta di applicazione della pena presentata nel corso delle indagini preliminari non è consentita la costituzione di parte civile ed è pertanto illegittima la condanna dell’imputato al pagamento delle spese sostenute dal danneggiato dal reato la cui costituzione sia stata ammessa dal giudice nonostante tale divieto (SU, 47803/2008).

È configurabile l’interesse dell’imputato a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento emessa “de plano”, anziché previa fissazione di udienza, anche nel caso di applicazione della pena nei termini esattamente indicati dalle parti, solo qualora quest’ultimo rappresenti uno specifico interesse al contraddittorio davanti al giudice di merito al fine di argomentare le proprie richieste di proscioglimento ai sensi dell’art. 129.

Interesse che non può identificarsi con quello a richiedere l’applicazione dell’art. 131-bis Cod. pen., il quale configura una causa di non punibilità e non di estinzione del reato ed è dunque estraneo all’ambito di operatività del citato art. 129 del codice di rito. Men che meno tale interesse può essere individuato nell’astratta possibilità di richiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova, istituto incompatibile con la scelta del rito alternativo, come si desume agevolmente dal secondo comma dell’art. 464-bis (Sez. 7, 7346/2018).