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Contributo a fondo perduto per autonomi e imprese. A chi spetta, a quanto ammonta e come ottenerlo

Decreto Rilancio
Prospettive
Ph. Fabio Toto / Prospettive

Indice:

1. A quanto ammonta il contributo

2. A chi spetta il contributo a fondo perduto

3. Chi è escluso dal contributo a fondo perduto

4. Come chiedere il contributo a fondo perduto

 

Il decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020, n. 34), recentemente approvato e in attesa di conversione in legge, ha previsto, all’articolo 25, uno specifico contributo a fondo perduto per esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo titolari di reddito agrario e partite IVA. Questo aiuto è riconosciuto a condizione però che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

Questo contributo non va però confuso con il cosiddetto “Bonus 600”, introdotto dall’articolo 44 del decreto Cura Italia (D.L. 17 marzo 2020, n. 18), anche perché condizione per ottenerlo è che non si sia goduto del suddetto Bonus 600.

 

1. A quanto ammonta il contributo

Il contributo spettante si calcola sulla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato di aprile 2019. Le percentuali sono le seguenti:

  • 20%  in caso di ricavi o compensi nell’anno 2019 non superiori a quattrocentomila euro;
  • 15% in caso di ricavi o compensi nell’anno 2019 superiori a quattrocentomila euro e fino a un milione di euro;
  • 10% in caso di ricavi o compensi nell’anno 2019 superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni di euro.

Viene, comunque, garantito un importo minimo non inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche (società).

Il contributo non rileva ai fini del calcolo di Ires, Irpef e IRAP.

 

2. A chi spetta il contributo a fondo perduto

Il comma primo dell’articolo 25 del Decreto Legge Rilancio prevede che i contributi a fondo perduto sono destinati ai soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e dir reddito agrario titolari di partita Iva. Dal contributo a fondo perduto sono esclusi i liberi professionisti e i lavoratori autonomi iscritti alle casse private. Pertanto, avvocati, medici, ingegneri e tutte le professioni che prevedono un’iscrizione ad albo professionale, sono per ora escluse (vedremo in sede di conversione se cambierà qualcosa). Ai soggetti ammessi si aggiungono gli enti non commerciali, compresi quelli del terzo settore e religiosi civilmente costituiti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

 

3. Chi è escluso dal contributo a fondo perduto

Per contro, non hanno diritto al contributo: i soggetti la cui attività risulti cessata alla data di presentazione dell'istanza di accesso al contributo; gli enti pubblici di cui all'articolo 74 del TUIR; gli intermediari finanziari e società di partecipazione (articolo 162-bis del TUIR); i contribuenti che hanno diritto alla percezione dell’indennità prevista per professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa prevista dall'articolo 27 del Decreto Legge CuraItalia e quelli che percepiscono l'indennità prevista per i lavoratori dello spettacolo e i lavoratori dipendenti, nonché i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.

Il contributo spetta, anche in assenza dei requisiti, ai soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 nonché ai soggetti che, a partire dall’inizio della crisi sanitaria, hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di comuni colpiti i cui stati di emergenza erano ancora in atto alla data di dichiarazione dello stato di emergenza Covid-19.

 

4. Come chiedere il contributo a fondo perduto

La richiesta del contributo avviene con la presentazione di apposita istanza telematica all’Agenzia delle Entrate, che può essere effettuata anche a mezzo consulente di fiducia (delegato al servizio del cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate o ai servizi per la fatturazione elettronica) entro sessanta giorni dalla data di avvio della procedura telematica.

Restiamo in attesa di apposito provvedimento dell’Agenzia volto a definire le procedure pratiche di inoltro dell’istanza che conterrà anche l’autocertificazione di regolarità antimafia.

Il contributo a fondo perduto verrà erogato dall’Agenzia delle Entrate mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario.

Attenzione ad essere certi di possedere tutti i requisiti. Difatti, in caso contrario, qualora il contributo sia in tutto o in parte non spettante, anche a seguito del mancato superamento della verifica antimafia, l’Agenzia delle Entrate recupererà il contributo ottenuto con applicazione delle sanzioni dal 100% al 200%, oltre ai legittimi interessi di legge. Inoltre, il recupero forzoso di quando illegittimamente ottenuto viene effettuato nei confronti del soggetto firmatario dell’istanza. Possono, pertanto, essere previste severe conseguenze anche dal punto di vista penale, con applicazione dell’articolo 316-ter del codice penale (indebita percezione di erogazioni ai danni dello stato).