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Dante e la Libertà

Libertà
Ph. Fabio Toto / Libertà
Dante Alighieri

... Libertà è una parola dalle infinite assonanze e può assumere il significato di un sogno irraggiungibile come quello di una realtà mortificante, di un paradiso perduto o di un inferno assicurato.

Ogni uomo ha, o crede di avere, una propria idea della libertà e spesso quella che alcuni invocano come tale può apparire ad altri poco meno che una schiavitù.

Si parla di libertà individuali e di libertà sociali; si è voluta la libertà di stampa, per esempio, e si vuole la libertà dell’uomo dal bisogno.

Tanti sono gli aspetti, i valori, le interpretazioni che vengono date della libertà al punto che la si può perfino mettere in dubbio come scrive il Gozzi:

Io credo che la libertà non si possa mai avere, e che la sia uno di quei bei nomi che empiono la bocca e gli orecchi, ma che infine la non sia altro che suono.

Ma se questo ha scritto Gozzi, prima di lui Dante aveva stupendamente battuto sullo stesso tasto ricavandone un ben diverso suono:

Libertà va cercando, ch’è si cara

come sa chi per lei vita rifiuta

C’è quindi libertà e libertà o, forse non c’è mai libertà. Oppure ognuno deve trovare in se stesso la propria libertà che nessuno, quindi, potrà togliergli come nessuno potrà dargli quando in sé non sappia trovarla.

Nella strada che ho scelto sono un uomo libero e mi sento più libero nel cammino quanto più sono sicuri, arditi e ben fatti i parapetti ai lati della strada che mi impediranno di finire in una fossa o in un baratro, quanto più saranno chiare le pietre miliari ad indicarmi i confini. Più libero nella strada tracciata e protetta (purché liberamente scelta) dove muovere i passi verso una ben determinata meta, che non in mezzo ad un bosco, ad una steppa, dove le asperità del terreno e i rovi e l’acqua stagnante possono di continuo farmi deviare fino a disorientarmi. Poiché libertà è nell’ordine; nel caos perfino la prepotenza finisce per smarrirsi.

Ecco la sola, la totale, la vera, libertà. Poiché io credo che la vera libertà che interessi, e non solo l’artista, ma l’uomo in generale, sia quella di poter organizzare liberamente la propria vita. Fare le proprie scelte, errare e pagare di persona per ricominciare; rinunciare alla ciotola per colma che sia pur di non subire il collare.

Ecco il senso profondo della libertà come sa chi per lei vita rifiuta ...”

Le chiacchiere sull’impegno o disimpegno dell’arte non vanno prese sul serio. Non esiste un’arte disimpegnata, ma per un artista che fa sul serio l’impegno è uno solo quello della qualità. Io parlo

L’arte richiede prima di tutto un atto d’amore e di dedizione che si sublima in saggezza. Non certamente l’amore lacrimoso che fa pietire ma quell’amore che ci fa uno con la cosa amata per ben comprenderla e, nel possesso, nobilitarla.

Per il proprio lavoro l’artista non potrà dare altra giustificazione da quella riassunta da Dante in nobilissimi versi:

I’ mi son un, che quando

Amor mi spira, noto, e a quel modo

ch’è ditta dentro vo significando

 

CIDAS -Torino 1973