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Facezie dall’antichità

Retorica
Retorica

Tommaso Braccini con il suo Lupus in Fabula ci riporta nella dimensione umoristica della letteratura greca con una collezione di barzellette che ci è giunta dall’antichità: il Philogelos.

Le divertenti storielle, attribuite a due oscuri personaggi, Ierocle e Filagrio, e risalenti probabilmente al IV/V secolo a.C., incorporano anche del materiale orale proveniente dai secoli precedenti.

È interessante soprattutto vedere come i protagonisti della raccolta siano gli scholastikoi, gli “scolastici”: emblema di stupidità e lentezza. Ecco allora comparire proprio loro, gli avvocati, e ancor di più l’ars dicendi (la retorica), protagonista indiscussa, come bersagli del sarcasmo popolare.

 

“Proprio per questo le facezie del Philogelos (circa 270) sono suddivise, già nei manoscritti, in varie categorie: ci sono quelle sugli avari, sugli scorbutici, sui beoni, su chi soffre di alitosi… la parte del leone è però riservata agli scholastikoi, che letteralmente erano coloro che avevano completato tutti i gradi di istruzione, con particolare riferimento agli avvocati.”

 

Ma era così desueta come prassi?

 

Saltando alla Commedia greca aristofanea, incontriamo a riguardo le Nuvole, una critica ai metodi educativi del tempo, che ci mostra un simpatico scontro tra Discorso migliore e Discorso peggiore:

"Discorso peggiore: Se uno ti becca in flagrante con sua moglie, gli risponderai che non hai fatto niente di male; poi butterai la colpa addosso a Zeus, dicendo che anche lui soccombe all'amore per le donne. E tu, mortale come sei, come potresti avere più forza di un dio?

Discorso migliore: E se coi tuoi consigli si ritrova un rafano su per il culo e lo spellano con la cenere rovente, come farà dopo a sostenere di non avere il culo rotto?

Discorso peggiore: E anche se ha il culo rotto, che male c'è?

Discorso migliore: Non vedo cos'altro gli potrebbe capitare di peggio.

Discorso peggiore: Che ne diresti, allora, se ti dimostro che hai torto proprio su questo punto?

Discorso migliore: Me ne starei zitto. Cos'altro potrei fare?

Discorso peggiore: Dunque, dimmi un po': gli avvocati, che gente sono?

Discorso migliore: Rottinculo.

Discorso peggiore: Esatto. E i tragici?

Discorso migliore: Rottinculo.

Discorso peggiore: Giusto. E i politici?

Discorso migliore: Rottinculo.

Discorso peggiore: Ti rendi conto di aver torto marcio? Anche gli spettatori, guarda un po' chi sono, la maggioranza...

Discorso migliore: Sto guardando...

Discorso peggiore: E cosa vedi?

Discorso migliore: Per gli dei, la maggioranza assoluta sono rottinculo! Questo lo conosco, e anche quello, e anche il capellone qui davanti.

Discorso peggiore: E cosa ne concludi?

Discorso migliore: Abbiamo perso. Razza di culaperti, tenete, eccovi il mio mantello: passo dalla vostra parte."

 

Quando si parla di retorica poi, non si può non prendere in considerazione Luciano, esponente della Seconda sofistica, dalla quale prenderà le distanze a partire dall’opera Due volte accusato. Il testo descrive infatti in modo umoristico, coniugato ad una satira pungente, la Retorica:

"[…] non era più una donna per bene e non aveva più il decoro che portava ai tempi di Demostene, che se la sposò, ma ormai si conciava come una sgualdrina, tutta trucco e belletto."

Le Nuvole, Aristofane, traduzione italiana di A. Grilli, Aristofane, Le Nuvole, Milano, BUR, 2001

I Dialoghi: dialoghi degli dei, dialoghi marini, dialoghi dei morti, dialoghi delle cortigiane, Luciano, versione di Luigi Settembrini, Torino, Einaudi, 1974

Lupus in fabula - Fiabe, leggende e barzellette in Grecia e a Roma, Tommaso Braccini, Roma, Carocci editore, 2018