Gianni Rodari non passa mai di moda
Che noi di Filodiritto amiamo Gianni Rodari è realtà talmente nota e chiara che non stiamo nemmeno a rimarcarla.
Tante volte lo abbiamo chiamato in ballo per parlare di guerra, di pace, di bambini, di carezze, di dolcezza, di amore.
Questi giorni, che ci portano alla Pasqua, sono particolari quest'anno, perchè vanno intrecciarsi con una data importante, quel funesto 14 aprile del 1980 che segna la fine dell'esperienza terrena dello scrittore.
Infatti, Gianni Rodari ci lascia proprio il 14 aprile di 42 anni fa, consegnandoci un vuoto incolmabile.
Nato ad Omegna nel 1920, Gianni Rodari è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l'infanzia e tradotto in molte lingue. Unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema "fantastico" nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie.
Filodiritto in questi giorni lo ricorderà pubblicando qualche poesia del grande scrittore, perchè le sue parole non passano mai di moda.
Sì, perchè Gianni Rodari è per sempre.
Promemoria
di Gianni Rodari
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.
Il tema della guerra, spesso presente nelle liriche di Gianni Rodari, non è mai stato, purtroppo, così attuale
La luna di Kiev
di Gianni Rodari
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.