x

x

Paolo Borsellino: “Morirò a 52 anni” e la sua ultima intervista

Paolo Borsellino
Paolo Borsellino

Il 19 Luglio 1992 Paolo Borsellino venne ucciso nella strage di Via d’Amelio, coinvolgendo anche i cinque uomini della scorta (Emanuela LoiAgostino CatalanoVicenzo Li MuliWalter Eddie Cosina e Claudio Traina).

Paolo Borsellino era fatalista e quando parlava della morte, quasi ad esorcizzarla, diceva che sarebbe morto a cinquantadue anni come suo padre e suo nonno.

Questa sua “convinzione” la esternò anche durante un incontro conviviale con Giovanni Falcone per festeggiare il suo compleanno. Falcone aveva compiuto 53 anni e Paolo Borsellino lo prese sottobraccio e gli disse: “Caro Giovanni, mi hai fregato. Tu sei riuscito a superare i cinquantadue anni. Complimenti. Ti invidio molto. Non so se io ci riuscirò …”. Paolo Borsellino ebbe ragione anche questa volta, purtroppo.
 

Paolo Borsellino: l'intervista

Quella che segue è la trascrizione dell’ultima intervista rilasciata dal magistrato Paolo Borsellino il 19 Maggio 1992 ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi, così come è andata in onda in televisione. L’intervista venne registrata quattro giorni prima dell’attentato di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone così ricordato da Paolo Borsellino al funerale.

Due mesi dopo (il 19 luglio) lo stesso Paolo Borsellino fu ucciso nell’attentato di via D’Amelio a Palermo.

 

Paolo Borsellino

Sì, Vittorio Mangano l’ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxiprocesso, e precisamente negli anni fra il ’75 e l’80. Ricordo di avere istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane e che presentavano una caratteristica particolare. Ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con una testa di cane mozzata. L’indagine fu particolarmente fortunata perché – attraverso dei numeri che sui cartoni usava mettere la casa produttrice – si riuscì rapidamente a individuare chi li aveva acquistati. Attraverso un’ispezione fatta in un giardino di una salumeria che risultava aver acquistato questi cartoni, in giardino ci scoprimmo sepolti i cani con la testa mozzata. Vittorio Mangano restò coinvolto in questa inchiesta perché venne accertata la sua presenza in quel periodo come ospite o qualcosa del genere – ora i miei ricordi si sono un po’ affievoliti – di questa famiglia, che era stata autrice dell’estorsione. Fu processato, non mi ricordo quale sia stato l’esito del procedimento, però fu questo il primo incontro processuale che io ebbi con Vittorio Mangano. Poi l’ho ritrovato nel maxiprocesso perché Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come uomo d’onore appartenente a Cosa Nostra

Giornalista

“Uomo d’onore” di che famiglia?

Paolo Borsellino

L’uomo d’onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precdenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitulamente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

Giornalista

E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

Paolo Borsellino

Il Mangano, di droga… (Paolo Borsellino comincia a rispondere, poi si corregge, ndr), Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti, risulta l’interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l’arrivo di una partita d’eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio che si usa nelle intercettazioni telefoniche, come “magliette” o “cavallo”. Il Mangano è stato poi sottomesso al processo dibattimentale ed è stato condannato per questo traffico di droga. Credo che non venne condannato per associazione mafiosa – beh, sì per associazione semplice – riporta in primo grado una pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione più ;700 milioni di multa… La sentenza di Corte d’Appello confermò questa decisione di primo grado…

Giornalista

Quando ha visto per la prima volta Mangano?

Paolo Borsellino

La prima volta che l’ho visto anche fisicamente? Fra il ’70 e il ’75

Giornalista
Per interrogarlo?

Paolo Borsellino

Sì, per interrogarlo

Giornalista

E dopo è stato arrestato?

Paolo Borsellino

Fu arrestato fra il ’70 e il ’75. Fisicamente non ricordo il momento in cui l’ho visto nel corso del maxiprocesso, non ricordo neanche di averlo interrogato personalmente. Si tratta di ricordi che cominciano a essere un po’ sbiaditi in considerazione del fatto che sono passati quasi 10 anni

Giornalista

Dove è stato arrestato, a Milano o a Palermo?

Paolo Borsellino

A Palermo la prima volta

Giornalista

Quando, in che epoca?

Paolo Borsellino

Era il ’75 e l’80, probabilmente fra il ’75 e l’80

Giornalista

Ma lui viveva già a Milano?

Paolo Borsellino

Sicuramente era dimorante a Milano anche se risulta che lui stesso afferma di spostarsi frequentemente tra Milano e Palermo

Giornalista

E si sa cosa faceva a Milano?

Paolo Borsellino

A Milano credo che lui dichiarò di gestire un’agenzia ippica o qualcosa del genere. Comunque che avesse questa passione dei cavalli risulta effettivamente la verità, perché anche nel processo, quello delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito venivano fuori i cavalli. Effettivamente dei cavalli, non “cavalli” per mascherare il traffico di stupefacenti

Giornalista

Ho capito. E a Milano non ha altre indicazioni sulla sua vita, su cosa faceva?

Paolo Borsellino

Guardi: se avessi la possibilità di consultare gli atti del procedimento molti ricordi mi riaffiorerebbero…

Giornalista

Ma lui comunque era già uomo d’onore e negli anni Settanta?

Paolo Borsellino

… Buscetta lo conobbe già come uomo d’onore in un periodo in cui furono detenuti assieme a Palermo antecedente gli anni Ottanta, ritengo che Buscetta si riferisca proprio al periodo in cui Mangano fu detenuto a Palermo a causa di quell’estorsione nel processo dei cani con la testa mozzata… Mangano negò in un primo momento che ci fosse stata questa possibilità d’incontro… ma tutti e due erano detenuti all’Ucciardone qualche anno prima o dopo il ’77

Giornalista

Volete dire che era prima o dopo che Mangano aveva cominciato a lavorare da Berlusconi? Non abbiamo la prova…

Paolo Borsellino

Posso dire che sia Buscetta che Contorno non forniscono altri particolari circa il momento in cui Mangano sarebbe stato fatto uomo d’onore. Contorno tuttavia – dopo aver affermato, in un primo tempo, di non conoscerlo – precisò successivamente di essersi ricordato, avendo visto una fotografia di questa persona, una presentazione avvenuta in un fondo di proprietà di Stefano Bontade

Giornalista

Mangano conosceva Bontade?

Paolo Borsellino

Questo ritengo che risulti anche nella dichiarazione di Antonino Calderone

Giornalista

Un inquirente ci ha detto che al momento in cui Mangano lavorava a casa di Berlusconi c’è stato un sequestro, non a casa di Berlusconi però di un invitato (Luigi D’Angerio, ndr) che usciva dalla casa di Berlusconi.

Paolo Borsellino

Non sono a conoscenza di questo episodio

Giornalista

Mangano è più o meno un pesce pilota, non so come si dice, un’avanguardia?

Paolo Borsellino

Sì, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le “teste di ponte” dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia. Ce n’erano parecchi ma non moltissimi, almeno tra quelli individuati. Un altro personaggio che risiedeva a Milano, era uno dei Bono (altri mafiosi coinvolti nell’inchiesta di San Valentino, ndr) credo Alfredo Bono che nonostante fosse capo della famiglia della Bolognetta, un paese vicino a Palermo, risiedeva abitualmente a Milano. Nel maxiprocesso in realtà Mangano non appare come uno degli imputati principali, non c’è dubbio comunque che… è un personaggio che suscitò parecchio interesse anche per questo suo ruolo un po’ diverso da quello attinente alla mafia militare, anche se le dichiarazioni di Calderone (nel ’76 Calderone è ospite di Michele Greco quando arrivano Mangano e Rosario Riccobono per informare Greco di aver eliminato i responsabili di un sequestro di persona avvenuto, contro le regole della mafia, in Sicilia, ndr) lo indicano anche come uno che non disdegnava neanche questo ruolo militare all’interno dell’organizzazione mafiosa…

Giornalista

Dunque Mangano era uno che poi torturava anche?

Paolo Borsellino

Sì, secondo le dichiarazioni di Calderone

Giornalista

Dunque quando Mangano parla di “cavalli” intendeva droga?

Paolo Borsellino

Diceva “cavalli” e diceva “magliette”, talvolta

Giornalista

Perché se ricordo bene c’è nella San Valentino un’intercettazione tra lui e Marcello Dell’Utri, in cui si parla di cavalli

Paolo Borsellino

Sì, comunque non è la prima volta che viene utilizzata, probabilmente non si tratta della stessa intercettazione. Se mi consente di consultare (
Paolo Borsellino guarda le sue carte, ndr). No, questa intercettazione è tra Mangano e uno della famiglia degli Inzerillo… Tra l’altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant’è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga

Giornalista

Dell’Utri non c’entra in questa storia?

Paolo Borsellino

Dell’Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

Giornalista

A Palermo?

Paolo Borsellino

Sì, credo che ci sia un’indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari.

Giornalista

Marcello Dell’Utri o Alberto Dell’Utri?

Paolo Borsellino

Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di Dell’Utri Marcello e Alberto, di entrambi.

Giornalista

I fratelli

Paolo Borsellino

Sì.

Giornalista

Quelli della Publitalia?

Giornalista

E tornando a Mangano, le connessioni tra Mangano e Dell’Utri?

Paolo Borsellino

Si tratta di atti processuali dei quali non mi sono personalmente occupato, quindi sui quali non potrei rivelare nulla

Giornalista

Perché c’è nell’inchiesta della San Valentino, un’intercettazione fra lui e Marcello Dell’Utri in cui si parla di cavalli.

Paolo Borsellino

La conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo (Paolo Borsellino sorride, ndr). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l’albergo

Giornalista

In un albergo. Dove?

Paolo Borsellino

Oddio i ricordi! Probabilmente si tratta del Plaza di Milano

Giornalista

Ah, oltretutto.

Paolo Borsellino

Giornalista

C’è una cosa che vorrei sapere. Secondo lei come si sono conosciuti Mangano e Dell’Utri?

Paolo Borsellino

Non mi dovete fare queste domande su Dell’Utri perché siccome non mi sono interessato io personalmente, so appena… dal punto di vista, diciamo, della mia professione, ne so pochissimo, conseguentemente quello che so io è quello che può risultare dai giornali, non è comunque una conoscenza professionale e sul punto non ho altri ricordi

Giornalista

Sono di Palermo tutti e due…

Paolo Borsellino

Non è una considerazione che induce alcuna conclusione… a Palermo gli uomini d’onore sfioravano le 2000 persone, secondo quanto ci racconta Calderone, quindi il fatto che fossero di Palermo tutti e due, non è detto che si conoscessero

Giornalista

C’è un socio di Marcello Dell’Utri, tale Filippo Rapisarda che dice che questo Dell’Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade.

Paolo Borsellino

Beh, considerando che Mangano apparteneva alla famiglia di Pippo Calò…Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura in un certo periodo almeno di duemila uomini d’onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 200, si trattava comunque di famiglie appartenenti a una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti, e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera

Giornalista

Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare?

Paolo Borsellino

So dell’esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato pesonalmente.

Giornalista

Perché quanto pare, Rapisarda, Dell’Utri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia.

Paolo Borsellino

Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell’Utri, non so fornirle particolari indicazioni, trattandosi ripeto sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente.

Giornalista

Si è detto che Mangano ha lavorato per Berlusconi.

Paolo Borsellino

Non le saprei dire in proposito. Anche se, dico, debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché ci sono addirittura… so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda – che la ricordi o non la ricordi -, comunque è una vicenda che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla

Giornalista

Ma c’è un’inchiesta ancora aperta?

Paolo Borsellino

So che c’è un’inchiesta ancora aperta

Giornalista

Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell’Utri, siano collegati a uomini d’onore tipo Vittorio Mangano?

Giornalista

Su Mangano e Berlusconi? A Palermo?

Paolo Borsellino

Su Mangano credo proprio di sì, o comunque ci sono delle indagini istruttorie che riguardano rapporti di polizia concernenti anche Mangano

Giornalista

Concernenti cosa?

Paolo Borsellino

Questa parte dovrebbe essere richiesta… quindi non so se sono cose che si possono dire in questo momento

Giornalista

Come uomo, non più come giudice, come giudica la fusione che abbiamo visto operarsi tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconi e Dell’Utri e uomini d’onore di Cosa Nostra? Cioè Cosa Nostra s’interessa all’industria, o com’è?

Paolo Borsellino

A prescindere da ogni riferimento personale, perché ripeto dei riferimenti a questi nominativi che lei fa io non ho personalmente elementi da poter esprimere, ma considerando la faccenda nelle sue posizioni generali: allorché l’organizzazione mafiosa, la quale sino agli inizi degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. All’inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa anch’essa. Un’impresa nel senso che attraverso l’inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali, contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare investimenti. Naturalmente, per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all’industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo di poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali dei quali si erano trovati in possesso

Giornalista

Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi?

Paolo Borsellino

È normale il fatto che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerca gli strumenti per potere questo denaro impiegare. Sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Naturalmente questa esigenza, questa necessità per la quale l’organizzazione criminale a un certo punto della sua storia si è trovata di fronte, è stata portata a una naturale ricerca degli strumenti industriali e degli strumenti commerciali per trovare uno sbocco a questi capitali e quindi non meraviglia affatto che, a un certo punto della sua storia, Cosa Nostra si è trovata in contatto con questi ambienti industriali

Giornalista

E uno come Mangano può essere l’elemento di connessione tra questi mondi?

Paolo Borsellino

Ma, guardi, Mangano era una persona che già in epoca ormai diciamo databile abbondantemente da due decadi, era una persona che già operava a Milano, era inserita in qualche modo in un’attività commerciale. E’ chiaro che era una delle persone, vorrei dire anche una delle poche persone di Cosa Nostra, in grado di gestire questi rapporti

Giornalista

Però lui si occupava anche di traffico di droga, l’abbiamo visto anche in sequestri di persona…

Paolo Borsellino

Ma tutti questi mafiosi che in quegli anni – siamo probabilmente alla fine degli anni ’60 e agli inizi degli anni ’70 – appaiono a Milano, e fra questi non dimentichiamo c’è pure Luciano Liggio, cercarono di procurarsi quei capitali, che poi investirono negli stupefacenti, anche con il sequestro di persona.
Alcuni sono sicuramente ostensibili perché fanno parte del maxiprocesso, ormai è conosciuto, è pubblico, alcuni non lo so…

Giornalista

E questa inchiesta quando finirà?

Paolo Borsellino

Entro ottobre di quest’anno..

Giornalista

Quando è chiusa, questi atti diventano pubblici?

Paolo Borsellino

Certamente…

Giornalista

Perché ci servono per un’inchiesta che stiamo cominciando sui rapporti tra la grossa industria…

Paolo Borsellino

Passerà del tempo prima che..

(Palermo, 21 maggio, 1992)