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Senza Green pass si rischia il licenziamento?

Cosa rischia il dipendente dopo il 15 ottobre?
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Ph. Francesca Russo / pace

Da venerdì 15 ottobre (e fino al 31 dicembre 2021) il Green pass in Italia diventa obbligatorio anche sul lavoro. Detto obbligo sarà, quindi, necessario per immunizzare tutti i lavoratori, senza distinzione tra pubblico e privato. Dovranno, infatti, munirsi della Certificazione anche i professionisti, gli autonomi, chi svolgere volontariato o attività di formazione, gli imprenditori, i co.co.co., prestatori occasionali, colf e baby sitter.

Intanto Palazzo Chigi ha adottato due Dpcm, firmati dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che integrano il decreto che ha introdotto l’obbligatorietà e definiscono le regole con le quali milioni di italiani conviveranno da venerdì prossimo.

Ma cosa succederà al lavoratore che deciderà di non vaccinarsi e di non sottoporsi al tampone? Senza il Certificato verde si rischia il licenziamento?

 

Cosa rischia il lavoratore sprovvisto di Green pass

La Certificazione verde è lo strumento necessario per poter accedere nei luoghi di lavoro.

Il documento attesta una delle seguenti condizioni:

  • aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (in Italia viene emessa sia alla prima dose sia al completamento del ciclo vaccinale);
  • essere negativi al test antigenico rapido nelle ultime 48 ore o al test molecolare nelle ultime 72 ore;
  • essere guariti dal Covid-19 negli ultimi sei mesi.

Il lavoratore provvisto di Green pass è considerato assente ingiustificato e, pertanto, non avrà diritto allo stipendio, fino alla presentazione del Certificato.

Per ciascun giorno di mancato servizio il lavoratore, sia pubblico che privato, non avrà diritto non solo alla retribuzione ma neanche al contributo previdenziale, oltre a perdere l’anzianità di servizio.

Il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza Green pass è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro. Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore.

Quindi, il dipendente che si presenta al lavoro senza la Certificazione verde rischia la sospensione dello stipendio e l’applicazione di sanzioni. Ma in ogni caso non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore.

Per quanto riguarda i tamponi, con riferimento al lavoro nel settore privato, il mondo delle aziende preme affinché la validità del tampone, ai fini del Green pass, sia allungata sempre a 72 ore in modo da semplificare i controlli, da fare direttamente in azienda con l’aiuto di colleghi “certificatori”, formati per validare i self-test.

Secondo quanto previsto dal nuovo Decreto, le farmacie sono tenute ad assicurare, almeno sino al 31 dicembre 2021, la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione del virus Covid-19, secondo le modalità e i prezzi previsti nel protocollo d’intesa.

Con i prezzi calmierati oggi un lavoratore no vax spenderebbe circa 200 euro al mese in tamponi.

Ma, a tal proposito sorge un ulteriore problema. Le grandi aziende (con più di 15 dipendenti) devono fare i conti con il rischio del venire meno di manodopera preziosa per la produzione nel momento in cui non possono sostituire i lavoratori non vaccinati. Quest’ultimi, infatti, per accedere nelle strutture aziendali sono obbligati a sottoporsi continuamente al tampone per ottenere il Certificato verde.

Anche per questo nelle aziende dei settori che stanno lavorando a pieno regime si cominciano a fare accordi in cui l’impresa si fa carico del pagamento dei tamponi (per saperne di più consulta l'articolo “Green pass e lavoro: chi paga i tamponi ai non vaccinati?”).

 

Green pass: come possono accedere al luogo di lavoro i soggetti che non possono vaccinarsi?

I soggetti che non possono vaccinarsi per comprovati motivi di salute dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente non potrà essere soggetto ad alcun controllo.

 

Come possono accedere al luogo di lavoro i soggetti in attesa di rilascio del Green pass?

Il lavoratore che si trova in attesa di rilascio di valida certificazione verde, nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento potrà avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.

 

Senza Green pass si può lavorare in smart working?

Non sono consentite deroghe sull'obbligo del Certificato verde per i dipendenti pubblici e senza la Certificazione non si può ricorrere allo smart working. Non è consentito infatti in alcun modo individuare i lavoratori da adibire a lavoro agile sulla base del mancato possesso del green pass o dell’impossibilità di esibire la documentazione. Il possesso del certificato verde e la sua esibizione sono condizioni che devono essere soddisfatte al momento dell’accesso al luogo di lavoro. Il lavoratore che dichiari il possesso del Green pass ma non sia in grado di esibirlo deve essere considerato assente ingiustificato e non può in alcun modo essere adibito a modalità di lavoro agile.