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Sostenibilità… ossia?

Prospettive
Ph. Fabio Toto / Prospettive

Periodicamente emergono parole che diventano il mantra corrente, usate in ogni occasione pubblica o privata nella quale ci si sente in “dovere” di dimostrare di essere parte del pensiero comune per non apparire diversi.

Sostenibilità è una di queste: tutto deve essere sostenibile, nella vita quotidiana e nella pratica lavorativa, si faccia parte di una azienda o di una istituzione.

Ciò di per sé non è un fatto negativo, ma come sempre bisogna imparare a spiegare cosa intendiamo quando la utilizziamo in un contesto specifico e di dimostrare che al valore sottostante ci crediamo davvero.

La parola, che deriva da sostenibile, significa nella sostanza “… che può essere affrontato … che si può sostenere (spiegare) … che si può salvaguardare …” (parafrasi dal dizionario Treccani).

In quanto tale, non esprime esplicitamente un aspetto che è entrato invece d’imperio nella parola con il suo utilizzo in ambito ambientalista, ossia il tempo. Ciò che è sostenibile è inteso poter durare nel tempo, cosa che pone il problema dell’arco temporale di riferimento. Ad esempio, l’impiego di sostanze inquinanti per produrre energia potrebbe essere dichiarato sostenibile per un arco temporale più o meno breve (e quindi legittimo), fino al momento in cui genera effetti che non lo rendono più possibile come utilizzo.

In realtà, la logica della durata ha sempre fatto parte delle organizzazioni umane nel senso della loro costruzione per potere durare nel tempo, quindi con soluzioni adeguate a mantenerne la sostenibilità. Quando una azienda rivede le proprie strategie, quando una istituzione ridefinisce le proprie forme di governance e funzionamento è perché cerca di trovare un assetto differente per poter continuare ad operare. In queste revisioni entrano in gioco aspetti di sostenibilità economico-finanziaria (i numeri devono essere convincenti), di sostenibilità di mercato (il cliente o il cittadino debbono essere di te soddisfatti), di sostenibilità nella gestione delle risorse (attenzione che non si tratta solo di rispettare l’ambiente ma di poter, per durare, trovare le risorse per sostenersi nel breve e nel lungo), di sostenibilità sociale (creare effetti positivi nella comunità di riferimento ed esserne accettati), di sostenibilità ambientale (impiego corretto delle risorse per una sostenibilità non solo della organizzazione ma della sua comunità , estrapolando nello specifico questa variabile dal contesto più ampio della sostenibilità sociale).

Molto più complesso quindi di quanto si possa immaginare seguendo il mood mass-mediatico e politico ideologico. Nei fatti si tratta di concretizzare con scelte talvolta difficili il credo sostenuto.

Un esercizio individuale può aiutare a riflettere su come pensare e procedere. Concentratevi sulla vostra vita lavorativa.

Chiedetevi: quali sono le attività che svolgo? Fatene una lista. Se sono attività che ritenete dovranno durare nel tempo, allora definite “quali sono le variabili di sostenibilità interessate per ciascuna di queste attività”? Individuatele. Per ciascuna variabile di ciascuna attività chiedetevi “quali sono le alternative che potreste utilizzare per svolgere il vostro lavoro in modo sostenibile nel tempo”?

Nella individuazione delle alternative e nella scelta di quella che ritenete più adatta vi accorgerete quanto sia poi complicato provare poi a spiegarla agli altri, OSSIA concretamente dare un aiuto alla sostenibilità di ciò che facciamo ne mondo

Ma bisogna provarci!