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Suicidio assistito: primo caso in Italia

Storica pronuncia del Comitato etico dell'azienda sanitaria regione Marche
Albarella, tramonto, agosto 2021
Ph. Francesca Russo / Albarella, tramonto, agosto 2021

Suicidio assistito: ok della Asur Marche

Suicidio assistito: dopo il caso Marco Cappato relativo all’assistenza del politico nei confronti del dj Fabo, assolto due anni fa da ogni addebito, è arrivato in Italia il primo parere etico favorevole di una Asur, quella delle Marche.

Pertanto, si potrà accedere al suicidio medicalmente assistito senza commettere alcun reato.

 

Suicidio assistito: il caso di specie

È un momento storico, atteso da tanti da molto tempo, quello che si è vissuto ieri con riferimento al suicidio assistito.

Il caso di specie racconta di un malato da dieci anni, affetto da tetraplegia, di 43 anni di età, che è stato formalmente chiamato Mario, un nome di fantasia per tutelare la sua riservatezza e quella dei suoi cari.

Dopo un lungo iter, durato 13 mesi, una lunga battaglia intrapresa per far riconoscere il diritto al suicidio assistito, il Comitato etico dell'azienda sanitaria della regione Marche, costituito da una commissione di medici e psicologi, ha verificato la sussistenza delle quattro le condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale n. 242 del 2019, che di seguito riportiamo

1) proposito di suicidio autonomamente e liberamente formatosi

2) che la decisione sia presa da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale;

2) che la persona sia affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili;

4) che il soggetto sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli

Ricordiamo incidentalmente che in tema di suicidio assistito, la libera scelta del medico di agevolare, sulla base del principio di autodeterminazione dell’individuo, il proposito di suicidio, in presenza delle predette condizioni, va sempre valutata caso per caso e comporta, qualora sussistano tutti gli elementi sopra indicati, la non punibilità del medico da un punto di vista disciplinare.

Suicidio assistito: una lunga storia

A dare notizia di questo storico parere sul suicidio assistito è stata resa nota dall’ Associazione Coscioni che ha sempre seguito la vicenda, e che dopo la sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 22 novembre 2019 sul caso di Dj Fabo si è sempre battuta perché anche in Italia si potesse legittimamente applicare il suicidio assistito.

Ricordiamo che la sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 22 novembre 2019 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevoli l'esecuzione del proposito di suicidio a patto che questo si sia formato autonomamente e liberamente da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
 

Suicidio assistito: le dichiarazioni di Mario e di Cappato

Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni» ha dichiarato Mario al momento della conoscenza del parere del Comitato.

Marco Cappato ha così commentato: “Il risultato di questo scaricabarile istituzionale è che persone come Mario sono costrette a sostenere un calvario giudiziario, in aggiunta a quello fisico e psicologico dovuto dalla propria condizione. Per avere regole chiare che vadano oltre la questione dell’aiuto al suicidio e regolino l’eutanasia in senso più ampio sarà necessario l’intervento del popolo italiano, con il referendum che depenalizza parzialmente il reato di omicidio del consenziente”.

Ancora non si sa con quale mezzo letale Mario potrà morire. Verranno forniti, in collaborazione con un esperto, i dettagli delle modalità di auto-somministrazione del farmaco adatto a cagionare la morte, in base alle condizioni fisiche e psicologiche di Mario.

A questo punto la strada per un reale riconoscimento del suicidio assistito, anche da un punto di vista normativo, pare definitivamente aperta.