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Ti ho sempre soltanto veduta

da "Verra la morte e avrà i tuoi occhi"
Cesare Pavese
Cesare Pavese

La bellissima poesia è tratta da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi": una delle ultime raccolte, pubblicata postuma da Giulio Einaudi nel 1951.

Così come La terra e la morte, la raccolta si distingue dalle precedenti opere poetiche (Lavorare stanca) per sposare un discorso lirico più fluido: il verso diventa breve e melodico. Temi come l'amore e la morte diventano centrali in liriche che si avvicinano a quelle di Petrarca e di Leopardi.

 

Ti ho sempre soltanto veduta

C. Pavese

Ti ho sempre soltanto veduta,
senza parlarti mai,
nei tuoi istanti più belli.
Ma ho l’anima ormai tanto tesa,
schiantata dalla tua figura,
che non trovo più pace
al suo brivido atroce.
E non posso parlarti,
nemmeno avvicinarmi,
ché cadrebbero tutti i miei sogni.
Oh se tale è il tremore orribile
che ho nell’anima questa notte,
e non ti conoscerò mai,
che cosa diverrebbe il mio povero cuore
sotto l’urto del sangue,
alla sublimità di te?
Se ora mi par di morire,
che vertigine folle,
che palpiti moribondi,
che urli di voluttà e di languore
mi darebbe la tua realtà?
Ma io non posso parlarti,
e nemmeno avvicinarmi:
nei tuoi istanti più belli
ti ho sempre soltanto veduta,
sempre soltanto sognate.

Cesare Pavese, Le poesie, Torino, Einaudi, 1998.