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Sandro Penna, Forse la giovinezza è solo questo

Un poeta scomodo, tra i più grandio del Novecento italiano
Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini
Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini

Un poeta grande e scomodo, Sandro Penna, nato a Perugia nel 1906 e morto a Roma nel 1977.

Il grande critico Cesare Garboli diceva di lui: “Sandro Penna è il solo poeta italiano del Novecento il quale abbia tranquillamente rifiutato, senza dare in escandescenze, la realtà ideologica, morale, politica, sociale e intellettuale del mondo in cui viviamo”.

Vi presentiamo, oggi, una poesia dolce e cruda al contempo, melanconica e provocatoria, in cui il poeta ricorda la giovinezza, i sensi, l'amore disinvolto e l'autoerotismo, presentato come gesto universale e divertito, che prelude al quel desiderio omoerotico che caratterizzerà l'intera poesia ermetica conosciuta dai critici col termine che gli affibbiò Pasolini, ovvero la cosiddetta "linea antinovecentesca" o "linea sabiana" che lo accomunava nel rimare a Bertolucci e Caproni.

Una poesia importante anche per il grande disegnatore Andrea Pazienza, che, in una delle sue ultime magnifiche tavole, condensa in maniera simbolica tutta la sua vita.

Si tratta dell'inizio dell'ultima storia rimasta incompiuta della saga di Zanardi, un lavoro in cui ci sono due versi di questa poesia:

Forse la giovinezza è solo questo / perenne amare i sensi e mai pentirsi”.

Pochi mesi dopo avere iniziato quella storia, Pazienza morì improvvisamente a soli 32 anni nella sua casa di Montepulciano.

Un testo, dunque, dolente e nostalgico, in cui la gioia si mischia al dolore, confondendo i sensi e le percezioni.

In cui l'amore ha il sopravvento. Perchè anche la neve / è più bella del sole. Ma l'amore...

 

Forse la giovinezza è solo questo

di Sandro Penna

Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi.

Forse l'ispirazione è solo un urlo
confuso. Ma entro le colonne della
legge, ridendo si masturba ogni fanciullo.

Appoggio la mia fronte alla ringhiera
gelida del cancello. La mia notte
ascolta dileguare ogni fanciullo.

Arso completamente dalla vita
io vivo in essa felice e dissolto.
La mia pena d'amore non ascolto
più di quanto non curi la ferita.

Forse è meglio soffrire che godere.
O forse tutto è uguale. Anche la neve
è più bella del sole. Ma l'amore...

da Sandro Penna,  "Poesie, prose, diari", Mondadori, 2017.