PECCHIUS, FRANCISCUS MARIA: Tractatus de Aquaeductu
Tractatus de Aquaeductu … successive tractatus de molendinis…. Ticini Regii, 1707-1713, ex off. Haeredum Caroli Francisci Magrij
Tomi 4 riuniti in 2 voll. in folio (cm: 21,5 X 34,5) rilegati in tutta pergamena a 4 nervi, 8 cc-nn. 252 pp. 21 cc-nn. con varie tavole xilografiche; 8 cc-nn. 336 pp. con varie tavole xilografiche; 6 cc-nn. 162 pp. con varie tavole xilografiche; 28 pp. 233 pp. & 2 cc-nn. con bruniture all’indice.
Francesco Maria Pecchi fu autore di un Trattato De Aquaeductu, frutto di un ventennale di lavoro e fu considerato fino all’età nostra una fonte di primario valore ed utilità della quale largamente di giovarono la scienza e la pratica del diritto. Può ben dirsi che particolarmente in Lombardia, terra dove l’irrigazione ha parte così notevole della vita economica, gli insegnamenti del Pecchi apportarono un contributo di primaria importanza per la disciplina dei diritti sulle acque e dell’uso di esse.Nell’opera del Pecchi sono contenute una sicura dottrina dell’acquedotto, ed una precisa distinzione fra acque pubbliche ed acque private, una ben netta disciplina per la costituzione della servitù di acquedotto e delle regole che devono essere sempre alla base del rapporto fra coloro che la usano.Sono state formulazioni di diritto nella sua applicazione pratica le quali hanno ispirato parte notevole della disciplina oggi vigente nell’uso delle acque.Non vi ha dubbio che questa meritata fortuna fu dovuta in parte notevole all’impostazione che il Pecchi seppe dare alla Scienza del Diritto associando in felice equilibrio gli insegnamenti dell’antico Diritto Romano con una valutazione attenta e meditata delle esigenze pratiche nell’applicazione delle norme che vi erano contenute e traendone guida per la disciplina delle nuove forme, che il progresso della vita civile aveva poste in campo.
[Volume segnalato sul sito della Libreria Giuridica Bonfanti Giuliano di Bonfanti Luigi: http://www.libreriabonfanti.it]
Tractatus de Aquaeductu … successive tractatus de molendinis…. Ticini Regii, 1707-1713, ex off. Haeredum Caroli Francisci Magrij
Tomi 4 riuniti in 2 voll. in folio (cm: 21,5 X 34,5) rilegati in tutta pergamena a 4 nervi, 8 cc-nn. 252 pp. 21 cc-nn. con varie tavole xilografiche; 8 cc-nn. 336 pp. con varie tavole xilografiche; 6 cc-nn. 162 pp. con varie tavole xilografiche; 28 pp. 233 pp. & 2 cc-nn. con bruniture all’indice.
Francesco Maria Pecchi fu autore di un Trattato De Aquaeductu, frutto di un ventennale di lavoro e fu considerato fino all’età nostra una fonte di primario valore ed utilità della quale largamente di giovarono la scienza e la pratica del diritto. Può ben dirsi che particolarmente in Lombardia, terra dove l’irrigazione ha parte così notevole della vita economica, gli insegnamenti del Pecchi apportarono un contributo di primaria importanza per la disciplina dei diritti sulle acque e dell’uso di esse.Nell’opera del Pecchi sono contenute una sicura dottrina dell’acquedotto, ed una precisa distinzione fra acque pubbliche ed acque private, una ben netta disciplina per la costituzione della servitù di acquedotto e delle regole che devono essere sempre alla base del rapporto fra coloro che la usano.Sono state formulazioni di diritto nella sua applicazione pratica le quali hanno ispirato parte notevole della disciplina oggi vigente nell’uso delle acque.Non vi ha dubbio che questa meritata fortuna fu dovuta in parte notevole all’impostazione che il Pecchi seppe dare alla Scienza del Diritto associando in felice equilibrio gli insegnamenti dell’antico Diritto Romano con una valutazione attenta e meditata delle esigenze pratiche nell’applicazione delle norme che vi erano contenute e traendone guida per la disciplina delle nuove forme, che il progresso della vita civile aveva poste in campo.
[Volume segnalato sul sito della Libreria Giuridica Bonfanti Giuliano di Bonfanti Luigi: http://www.libreriabonfanti.it]