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Povertà: il 10% delle famiglie non ce la fa

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I dati ISTAT fanno tremare. Aumentano esponenzialmente i poveri in Italia. Circa il 7,5% tra le famiglie italiane: è questa l’incidenza di povertà nel 2021. Sono circa 1 milione 950mila famiglie e circa 5 milioni 600mila di cittadini in povertà. Evidenti preoccupazioni si rilevano anche per i dati sulla povertà nel sud della penisola.

La povertà: ecco i dati

Se da una parte il mercato italiano è tornato a girare e si sono registrati dei segnali di forte ripresa economica, per esempio il PIL ha un incremento del 6,6%, dall’altra parte i dati dell’ISTAT sono poco lusinghieri. Per circa 5 milioni e 600 mila cittadini la povertà è un problema quotidiano.

 I dati registrano anche una ripresa per i consumi, essendoci l’aumento del 4,7% in relazione ai dati del 2020. Purtroppo, la povertà è un problema che affligge ancora quasi 2 milioni di famiglie italiane.

“Il 2021 è stato ancora caratterizzato dalla pandemia ma con una forte ripresa economica                            ( incremento del 6.6 % Pil). Le spese per i consumi, misurate dall’indagine presso le famiglie, sono tornate a crescere (incremento del 4.7% in termini correnti rispetto all’anno precedente) ma non hanno compensato la caduta del 2020, risultando ancora in calo del 4.7% nel confronto con il 2019. Nonostante il rilevante aumento delle spese per i consumi, la povertà è quindi sostanzialmente stabile rispetto al 2020 per via, da un lato, di un incremento più contenuto della spesa delle famiglie meno abbienti e, dall’altro, per la ripresa dell’inflazione ( incremento del 1.9 % nel 2021), senza la quale la quota di famiglie in povertà assoluta scenderebbe al 7.0% e  quella degli individui all’ 8.8%”.

Infatti, si registra una stabilità rispetto all’intensità di povertà assoluta dello scorso anno.                         

Per povertà assoluta si intende la distanza media tra la spesa per i consumi delle famiglie in stato di povertà e la soglia stessa di povertà. L’intensità di povertà assoluta è stata registrata in 18,7%. Al centro della penisola di passa dal 16.1% del 2020 al 17,3 % del 2021.

Da registrare che  nel 2021 sono circa 108 mila le famiglie fuoriuscite dalla povertà assoluta nel Nord Italia, con il passaggio dal 7.6% al 6.7% e con meno 301 000 persone in stato di povertà, che ha comportato il passaggio dal 9.3% all’8.2%.

Tuttavia, i dati che preoccupano sono quelli del meridione d’Italia, ove la povertà assoluta riguarda il 10% delle famiglie.

Si è registrato un forte incremento della povertà, con circa 196 000 individui in povertà.  Si è passati infatti dall’11.1% al 12.1%.

I dati, invece, confermano una stabilità nell’indice di povertà nel centro Italia. Infatti si è passati dal 5.4 % al 5.6%. Purtroppo, il numero delle persone in povertà è aumentato dal 6.6 % al 7.3%. Infatti, sono circa 75000 persone in più rispetto ai dati registrati nel 2020.

Povertà assoluta

Per povertà assoluta si intende quello status di famigli e persone che non hanno la possibilità di sostenere le minime spese necessarie per condurre una vita accettabile. È l’ISTAT che si occupa di indicare la soglia minima di povertà.

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, ha affermato evidente preoccupazione per tali dati, che risultano estremamente tristi.

"Dati drammatici! Anche se la povertà resta stabile non vuol dire che i valori siano degni di un Paese civile. Nel 2020, infatti, si trattava di un record storico negativo mai raggiunto prima. Il fatto, quindi, che la situazione permanga e non sia migliorata non può certo rassicurarci ".

 "A questo va aggiunto che l'inflazione sta esplodendo e, purtroppo, è una tassa invisibile che colpisce spese obbligate come luce, benzina, gas e alimentari, impoverendo soprattutto i meno abbienti".

Povertà: situazione peggiora per i disoccupati

La povertà si manifesta  anche mediante l’assenza di occupazione. Infatti, si è passati dal 7.1 % del 2020 al 7% nel livello di occupazione.  Risulta peggiorata la situazione di coloro che cercano lavoro. Infatti, si è passati dal 19.7% al 22.6% per le persone in stato di povertà che cercano lavoro.

La situazione è diversa in relazione alla tipologia di lavoro, poiché nel caso di un dipendente l’incidenza di povertà non varia moltissimo ( si passa dal 7.7% al 7.5%), mentre se la persona fa l’operaio  si arriva fino al 13.3% nell’incidenza di povertà.

Evidenti differenze risultano tra le famiglie  italiane, ove vi è circa il 5.7%, e quelle  straniere ove si passa dal 26.7% al 30.6%.

Il numero dei minori in povertà assoluta nel 2021 è di  1 milione e 384mila.  Vi è circa il 14.2% di incidenza rispetto la 2020.  Nel 2019 era di 11.4 %.

Dati preoccupanti riguardano i giovani tra i 18 e i 34 anni, ove vi è circa l’11.1%. Gli over 65 sono indicati al 5,3%.

“Valori elevati dell’incidenza di povertà assoluta si continuano a osservare per le famiglie con persona di riferimento di 35-54 anni, dunque in piena età attiva, colpite in modo significativo dalla crisi nel 2020: 9,9% per quelle con persona di riferimento tra i 35 e i 44 anni e 9,7% per le famiglie con persona di riferimento tra 45 e 54 anni.”