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R-innovazione

Ombra al tramonto
Ph. Erika Pucci / Ombra al tramonto

Innovazione è un concetto usato quotidianamente a significare la continua tensione verso il nuovo che pare contraddistinguere l’umanità intera, perlomeno nelle sue componenti sociali più percepibili mediaticamente.

È anche parola usatissima nelle riunioni comunicative e decisionali delle organizzazioni private come pubbliche. In particolare, il management ne fa l’asse portante della evoluzione aziendale o istituzionale nelle attività (ormai quasi tutte) sottoposte a continuo bisogno di modificazione.

Di per se innovazione significa introdurre concretamente un elemento di novità, prodotto – servizio – processo – assetto organizzativo e così via, di portata minima o di cambiamento epocale.

Almeno negli intenti del management, senza innovazione non si è allineati, competitivi o efficaci. E questo è senza dubbio vero: “chi si ferma è perduto” è solo un modo per rappresentare il momento storico che viviamo in cui devi muoverti per ottenere risultati, soprattutto quando è davvero complesso pianificare azioni di lungo periodo, e la navigazione a vista richiede ingegno nell’individuare soluzioni di brevissimo periodo.

Però innovazione significa alcune cose precise:

  • non basta avere una idea ma bisogna essere capaci di concretizzarla attraverso la struttura di appartenenza;
  • l’innovazione continua richiede un approccio a sua volta “strutturato” che comprenda i momenti della creatività, della valutazione e fattibilità, della realizzazione operativa;
  • esistono differenti ambiti di innovazione: per alcuni l’oggetto della innovazione è asettico rispetto alle persone che lo immaginano e realizzano; per altri tali persone rientrano nell’oggetto stesso;
  • l’innovazione richiede spesso cambiamento e il cambiamento può riguardare anzitutto chi lo propone agli altri.

Nella sostanza accade che:

  • rispetto al primo punto si possa essere ottimi inventori ma pessimi costruttori; in questo caso è la capacità di delegare del manager a chi sa concretamente realizzare a fare la differenza;
  • il metodo di innovation process management aiuta ad avere un approccio governato alla concretizzazione dell’innovazione sistematica;
  • le persone davvero professionali riescono a includersi nell’oggetto di innovazione con naturalezza, chi non lo è, invece, crea difficoltà e talvolta “imbarazzi”;
  • il risultato dell’innovazione, in particolare nei progetti di cambiamento di assetto organizzativo e comportamentale, riesce parzialmente se il manager arma ed è solo l’esercito che cambia.

Quest’ultimo è il punto critico: se il manager è per sua natura un leader riconosciuto capace di trasformare i risultati arrivano spediti ed efficaci; quando non vi è questa capacità riconosciuta, gli obiettivi non si raggiungono o costano troppa fatica ai diretti combattenti.

Nell’innovazione per trasformazione di assetti esistenti conta, quindi, al di là della soluzione tecnica adottata la capacità di r-innovazione dei manager più che il trasformismo di molti di loro!