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Un libro per Natale. “L’inferno invisibile” di Luca Martini

"L'inferno invisibile" di Luca Martini
"L'inferno invisibile" di Luca Martini

Quando mi è stato chiesto di scrivere una recensione dell’ultimo libro di Luca Martini L’Inferno Invisibile (Golem Edizioni, pagine 237, euro 16,00), senz'altro nell'intento di costringermi a leggerlo, mi sono sinceramente meravigliato. Chi sono io per esprimere un parere sul lavoro letterario di un amico che scrive per professione?

Ma poi mi sono detto che anche nel mondo del vino, sebbene ne scriva spesso, io sono in fin dei conti un dilettante! E allora, da dilettante, ho deciso di leggere questo libro e l'ho fatto iniziando dalla prima pagina. Sembrerà strana questa mia precisazione, ma devo ammettere che, da accanito lettore di gialli, normalmente inizio dalla fine: tanto l'assassino è sempre il maggiordomo!

Ho letto la prima pagina, dicevo, e mi sono trovato di fronte a una profusione di aggettivi che mi restituiva una scrittura barocca un po’ stucchevole. Allora, ho ceduto alla tentazione di andare a vedere cosa succede nelle ultime pagine. Con mia grande sorpresa non c'era nessun assassino, ciò nonostante, senza voler anticipare nulla, ho potuto constatare che non tirava una bella aria. Ho quindi deciso di tornare alle prime pagine e di inoltrarmi nel racconto in modo convenzionale.

Fortunatamente, dopo la prima pagina, il racconto si distende e ci restituisce un mondo immaginario che tutti sogniamo e viviamo. Donne sensuali e intraprendenti che ci trascinano nel letto... Colleghe follemente e segretamente innamorate di noi, a corollario di una quotidianità deprimente di rapporti gerarchici totalizzanti e di abbandoni indifferenti.

E così come ogni sogno può trasformarsi in incubo e cambiare la nostra vita in inferno, così i personaggi del libro si trovano a vivere inutili attese e delusioni cocenti che li portano ad un apparentemente salvifico status quo. Ma, proprio nel momento in cui tutto sembra aver preso la forma della normalità e della routine sentimentale, l’irrazionalità irrompe nuovamente nella vita dei personaggi del libro, facendo deflagrare il quotidiano istituzionalizzato in forma di famiglia e rivestendo le azioni del protagonista del velo di pazzia dell’amore.

Ma quale amore? Il coro dei comprimari di questo L’Inferno Invisibile si precipita a dirci che è l’amore di se stessi; l’amore di essere innamorati, anche quando l’oggetto del nostro sentimento ci rifiuta. Il protagonista arriva addirittura a iniettarsi un po’ del sangue della sua amata, pur di possedere almeno una parte di lei e del di lei destino, che la renderà irraggiungibile, anche quando lei gli ripete per l’ennesima volta che non lo ha mai amato e che lei non sarà mai sua.

Ognuno di questi personaggi ci racconta delle proprie passioni, delle proprie scelte fatte in funzione degli altri, delle proprie delusioni, delle proprie sofferenze, delle proprie sconfitte e sembra dirci, rovesciando l’affermazione di Jean-Paul Sarte: “L’inferno siamo noi stessi!”. Non si può certo dire che si tratti di un trattato sull’amore, o ancor peggio, un libro su un amore impossibile.

Questo libro ci parla dell’impossibilità di amare se stessi e gli altri; l’impossibilità di amare se stessi attraverso gli altri. E lo fa in un modo delicato e crudo allo stesso tempo, violento e pregiato nella stessa maniera. Con una scrittura piana, senza sobbalzi, ma appuntita nel descrivere i tratti dei personaggi e delle situazioni, rendendoli veri.

Io che sono un lettore lento, l’ho letteralmente divorato! Fate lo stesso!