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6 cappelli per essere diversi

De Bono, “6 cappelli per pensare”
De Bono, “6 cappelli per pensare”

“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza.”
Gregory Bateson

 

Ho recuperato in questo periodo un vecchio libro di De Bono, “6 cappelli per pensare” per una riflessione sulla diversità. Il guru del pensiero laterale che negli anni 80 lanciava cappellini colorati sui tavoli dei board direzionali di multinazionali americane ci dice abbiamo diversi approcci per risolvere i problemi. Utilizza dei colori (in questo momento storico forse siamo un po’ stufi dell’arcobaleno schizofrenico in cui viviamo ma essere variopinti fa bene).

Ecco i nostri possibili “cappelli”:

  • Bianco: razionale, analitico, mi lascio guidare dai dati e dai fatti
  • Nero: critico, valuto i pro e i contro
  • Blu: metodologico, ordinato, guido e organizzo tempi, attività e persone
  • Rosso: passionale, mi lascio guidare dalle mie emozioni
  • Verde: creativo, mi lascio guidare dalla mia creatività
  • Giallo: entusiasmo, mi lascio guidare dalla positività e ottimismo

In ognuno di noi questi “cappelli” coesistono in percentuali diverse a seconda del momento della nostra vita personale e professionale, nessuno è giusto o è sbagliato, sono tutti utili. Pensiamo a un nuovo progetto che parte: abbiamo bisogno di entusiasmo, creatività e passione, ma anche di analizzarne la fattibilità e di valutarne vantaggi e svantaggi. Il tutto guidati da metodo e pianificazione. In un team di lavoro questi cappelli sono indispensabili e la diversità è la chiave per il successo di ogni progetto. Pensiamo in una riunione dove tutti analizzano i dati ma nessuno porta una soluzione o dove tutti vedono criticità e nessuno vede la possibilità di uscire dagli schemi. O un team dove le emozioni vengono represse o al contrario tutti “volemose bene” senza costruire nulla.

Utilizzo spesso in aula un questionario che dice quale “cappello” si usa con prevalenza e chiedo alle persone di dare un “cappello” per ognuno dei colleghi:

la bellezza dell’espressione di chi si sente visto con il suo cappello (riconoscimento) o di chi viene visto con cappelli diversi (scoperta) è la ricchezza della diversità.

Come al solito qualche domanda:

  • Che cappello metto di solito?
  • Che cappello gli altri pensano che io abbia?
  • Che cappello vorrei avere?
  • Chi ha i cappelli che mi servono?
  • Che cosa posso fare per cambiare cappello?
  • Che cosa mi impedisce di mettere un determinato cappello?

Mi raccomando, curiosate in fondo al vostro armadio della creatività per scoprire e usare altri capelli rispetto al vostro. E se proprio non lo trovate? Chiede in prestito quello di chi vi sta accanto.