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La risposta della Corte EDU alla vaccinazione obbligatoria

Prospettiva
Ph. Simona Loprete / Prospettiva

La Corte EDU rispetto all’obbligo di vaccinazione dei bambini in Repubblica Ceca e alla non violazione dell’articolo 8 CEDU: il bilanciamento tra l’autonomia del singolo ed il diritto alla salute della collettività.

L’obbligo di vaccinazione nelle scuole è costituzionale? Secondo l’opinione di Giovanni Maria Flick, Presidente della Corte Costituzionale, sì. Quest’ultimo, insieme ad altri esperti del diritto, ha presentato nei giorni scorsi una lettera al presidente Mario Draghi in merito ad un’eventuale proposta di legge sull’obbligo di vaccinazione dei bambini nelle scuole. L’argomento scottante, anche alla luce della riapertura delle scuole a settembre, è fortemente sentito all’interno del dibattito politico italiano.
Nella lettera Flick argomenta la conformità di tale provvedimento con la nostra carta costituzionale menzionando gli articoli 16, in materia di possibilità di limitazione alla libertà di circolazione, e 32, che tutela il diritto alla salute come interesse della collettività.

L’ipotesi, se solo teorica per il momento, potrebbe in futuro concretizzarsi, com’è già successo per altre malattie infettive.

Ma quale potrebbe essere il rapporto tra questo provvedimento e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo?

La Corte EDU si è già espressa in materia, in relazione a vaccini che hanno superato la fase della sperimentazione, nel caso Vavricka & Altri vs Repubblica Ceca con sentenza dell’8 aprile 2021.

Nella Repubblica Ceca esiste un generale obbligo di vaccinazione per i bambini contro 9 malattie, utili ai fini del contenimento di determinate malattie infettive. In caso di non ottemperanza dell’obbligo vaccinale è prevista una sanzione pecuniaria e l’impossibilità di essere ammessi negli asili nido, fatta eccezione per coloro che non possono essere vaccinati per motivi di salute.

Cinque ricorrenti, residenti nella Repubblica Ceca, hanno fatto ricorso alla Corte EDU contro il provvedimento del governo ceco per pretesa violazione dell’articolo 8 CEDU in materia di integrità fisica e violazione della vita privata.

Nel caso in esame i ricorrenti non avendo provveduto al vaccino si sono visti impossibilitati nell’accesso all’istruzione.

L’articolo 8 della Convenzione al primo comma sancisce che «Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza».

La Corte, nella presente sentenza, si è espressa evidenziando che la vaccinazione è una pratica volontaria per cui non è possibile procedere ad una vaccinazione forzata. Alla luce di ciò, la questione rientra nell’ambito di applicazione della CEDU. Il vaccino obbligatorio rappresenta un’interferenza con il diritto all’integrità fisica e riguarda quindi il diritto al rispetto della vita privata, tutelato dall’articolo.

Al secondo comma dell’articolo riscontriamo una “eccezione alla regola”. Si sancisce che «Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui».

Ogni Stato è legittimato ad effettuare un’ingerenza in tali materie, purché si attenga ad un margine di apprezzamento rispettoso delle suddette finalità.

La Corte nel valutare questa tipologia di ingerenze deve effettuare un bilanciamento tra gli interessi in gioco, in questo caso l’interesse dello Stato a proteggere la vita e la salute dei suoi cittadini e il diritto dell’individuo all’autonomia personale.  

Nel fare questo bilanciamento, in tutte le decisioni riguardanti i bambini, la Corte ritiene che il loro interesse superiore sia di primaria importanza. Ciò comporta che lo Stato ha l’obbligo di considerare l’interesse del bambino come superiore.

Nel caso di specie, la tutela del diritto alla salute e allo sviluppo del bambino dev’essere considerato fondamentale. L’introduzione dell’obbligo di vaccinazione, supportato dalle autorità mediche, è stato il mezzo utilizzato dal legislatore ceco per rispondere all’esigenza di proteggere la salute individuale e collettiva dei suoi cittadini, nonché per evitare una diminuzione del tasso di vaccinazione tra i bambini.

Questa politica di salute pubblica si basa su argomenti rilevanti e come tale è coerente con il migliore interesse dei bambini.

Nella sua decisione, la Corte EDU ha giudicato legittimo il provvedimento obbligatorio in materia di vaccinazione rispetto agli scopi perseguiti dalla Convenzione, riconoscendo la non violazione dell’articolo 8 CEDU: le misure contestate dai ricorrenti, valutate nel contesto nazionale, avevano trovato un giusto equilibrio con gli obiettivi perseguiti dallo Stato ceco, vale a dire la protezione contro le malattie che rappresentano un grave rischio per la salute.

La Corte ha quindi ritenuto che l’obbligo di vaccinazione imposto dal legislatore ceco sia rispettoso del “margine di apprezzamento” riconosciuto agli Stati dalla Convenzione; vi è infatti un equilibrato rapporto di proporzionalità tra il provvedimento adottato e lo scopo perseguito.

Attualmente in Italia non è stato emanato alcun provvedimento che sancisca l’obbligo di vaccinazione, ad eccezione di quello previsto dal DL n. 44/2021 per il personale sanitario. Ciò nonostante, l’introduzione del green pass si appalesa come un modo indiretto di garantire diritti (es: trasporti, eventi, etc.) solo a coloro che hanno avuto la somministrazione del vaccino.

Le opzioni che il nostro legislatore potrà adottare sono diverse: il dibattito è appena cominciato.