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Smart working: tutte le novità dal 1° aprile

Come cambierà lo smart working con la fine dello stato d’emergenza?
dalla finestra
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Dal 1° aprile, per continuare a lavorare in smart working, sarà necessario stipulare un accordo individuale tra l’azienda e il singolo lavoratore.

Sarà questa la situazione al termine previsto dello stato d’emergenza, ossia il 31 marzo 2022.

Da marzo 2020, infatti, è stato possibile accedere al lavoro cosiddetto “agile” (da casa e da remoto) attraverso degli accordi semplificati, proprio per far fronte alle varie ondate di contagi da Covid-19.

Ma come sarà lo smart working dall’inizio di aprile? Vediamo insieme come cambierà il lavoro da remoto, a partire dal protocollo del Ministero del Lavoro siglato il 7 dicembre 2021.

 

Come cambia lo smart working da aprile (nel settore privato)

Secondo il protocollo di dicembre, e come già accennato, lo smart working sarà quindi possibile solo  attraverso un accordo individuale tra il lavoratore e l’azienda, secondo limiti e parametri specifici.

Ma quali informazioni ci sono nell’accordo per lo smart working? E quali prerogative (e tutele) ha chi lavora da casa?

 

Accordo individuale smart working: quali informazioni?

Tale accordo dovrà contenere le seguenti informazioni:

- durata dell’accordo (a termine o a tempo indeterminato);

- alternanza tra i periodi di lavoro all’interno e all’esterno dei locali dell’azienda;

- luoghi esclusi per lo svolgimento della prestazione lavorativa al di fuori dei locali dell’azienda;

- aspetti relativi all’esecuzione della prestazione lavorativa in smart working, “anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro e alle condotte che possono dar luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari nel rispetto della disciplina prevista nei contratti collettivi”;

- strumenti di lavoro;

- tempi di riposo e misure tecniche-organizzative che assicurino la disconnessione;

- forme e modalità di controllo della prestazione lavorativa all’esterno dei locali aziendali (rispettando sia l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, sia la normativa sulla protezione dei dati personali);

- attività formativa (eventuale) necessaria per lo svolgimento del lavoro in smart working;

- forme e modalità di esercizio dei diritti sindacali.

 

Smart working da aprile: quali prerogative?

Altra specifica del protocollo del 7 dicembre è che l’adesione allo smart working sarà volontaria, quindi ogni lavoratore potrà decidere se lavorare o meno da casa – senza cioè incorrere in “sanzioni” da parte dell’azienda qualora preferisse svolgere le proprie mansioni sul posto di lavoro.

Inoltre:

- non sono né previsti né permessi gli straordinari;

- non è previsto un orario di lavoro preciso, ma l’organizzazione autonoma da parte del lavoratore per raggiungere gli obiettivi prefissati e portare a termine le attività assegnate dal suo responsabile;

- lo smart working può essere articolato in fasce orarie: deve essere comunque garantita la fascia di disconnessione (per la quale vanno adottate “specifiche misure tecniche e/o organizzative”);

- nel caso di assenza legittima (es. malattia, infortuni, permessi retribuiti, ferie, etc.), “il lavoratore può disattivare i propri dispositivi di connessione”;

- al lavoratore è permesso fruire di permessi orari, così come previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge.

 

E lo smart working nella Pubblica Amministrazione?

La differenza principale tra smart working nel settore privato e smart working nella Pubblica Amministrazione è che, per quest’ultimo, le regole sono già cambiate dal 15 ottobre 2021 (nonostante il disaccordo di alcuni).

Il ministro Renato Brunetta ha infatti riportato in presenza i dipendenti pubblici già sul finire dello scorso anno: lo smart working non può superare il 49% e avviene anche per la Pubblica Amministrazione tramite un accordo individuale con il lavoratore in cui si definiscono durata, modalità e obiettivi.

Forse in virtù di questo anticipo del ritorno in presenza per i lavoratori, il Ministero per la Pubblica Amministrazione ha strutturato sul proprio sito web la pagina “Lavoro agile”, attraverso la quale è possibile consultare tutte le informazioni riguardo lo smart working nella PA – dalla normativa, alle linee guida per i dipendenti PA, alla sempre utile sezione dedicata alle FAQ.