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Stato d’emergenza, lockdown, green pass, vaccinazioni: crescendo rossiniano, ricatto e ipocrisia

Estate 2020
Ph. Antonio Zama / Estate 2020

Mi rendo conto benissimo che dovrei subito scrivere che non sono un no-vax. Si tratta di una excusatio non petita che tutti coloro che scrivono in senso critico rispetto alle misure governative, in specie la vaccinazione di massa, si sentono obbligati a premettere, evidentemente per mettere le mani avanti rispetto a una obiezione, meglio parlare di etichetta, che sanno potrebbe essere loro affibbiata. Non cedo a questa tentazione, primo perché non credo che essere o non essere un no-vax aggiunga o tolga nulla alle mie considerazioni, secondo perché tanto l’etichetta, come utile post-it, è comunque attaccata e staccata a seconda della bisogna. Lascio che si faccia, non mi interessa.

Dopo diciotto mesi dalle prime misure anti-pandemia, siamo al quarto crescendo rossiniano, in attesa del prossimo.

Purtroppo non si tratta di musica, ma della gestione che per quanto riguarda lo stato d’emergenza, il lockdown, il green pass e oggi la vaccinazione, prevede ormai un rodato iter:

  • anticipazioni sottovoce alimentate da scenari apocalittici,
  • megafono dei social e degli organi di stampa,
  • rassicuranti precisazioni di esponenti del governo,
  • ufficializzazione nel segno della necessità,
  • convinto sostegno del comitato scientifico,
  • ingresso nel dibattito politico-giornalistico-mediatico.

Tra una dichiarazione, un auspicio, uno scenario, una statistica, un gioco di sponda, un rimpallo e l’altro le misure dolorose ma necessarie montano come la panna sino all’apoteosi e dilagano abbattendo qualsiasi ostacolo e obiezione. Pensi di arrivare ad un punto e ti accorgi che dietro l’angolo c’è la nuova misura altrettanto dolorosa ma necessaria che cambierà la tua vita. Come nulla fosse.

Pensi che lo stato d’emergenza è lì previsto apposta per questi eventi eccezionali e che durerà quel tanto che sia necessario, comunque non più di quattro-sei mesi. Ti svegli attonito scoprendo che sono passati sedici mesi e di rinvio in rinvio arriveremo a due anni. Pensi che il lockdown è una misura inutile quando i buoi son scappati e che serve solo per coprirsi la coscienza, ma che in fondo qualche settimana si potrà pur resistere, in attesa di un avvenire radioso. Ti svegli scoprendo che il lockdown è solo il timido preludio.

Pensi che sì arriva il green pass, ma servirà solo per spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione europea e ti svegli che non potrai andare a teatro e al ristorante. E poi non potrai fare viaggi lunghi in treno. E poi non potrai frequentare in presenza le lezioni all’università. E poi non potrai più andare a lavorare.

Vai a letto rassegnato e ti svegli scoprendo che parte la campagna vaccinale, dedicata ai più anziani e fragili. Vai a letto pensando che in fondo la fine del tunnel può essere a un passo ma ti svegli e scopri che dato che ci siamo è opportuno vaccinare tutti, tranne i più giovani. Vai a letto pensando che forse è eccessivo ma se non è facoltativo ognuno sceglierà per sé. Dormi convinto della tua spiegazione e ti svegli scoprendo che se il vaccino non è obbligatorio lo Stato metterà comunque in atto tutte le misure di moral suasion per vaccinare tutti anche i più giovani. Vai a letto non spiegandoti questa decisione e ti svegli scoprendo che in fondo se non fai il vaccino sei un untore. Vai a letto turbato perché pensi che l’evidenza dimostra il contrario e ti svegli imparando che se non fai il vaccino meriti di morire. Pensi sorridendo “mo’ me lo segno” e vai a letto rimuginando in cuor tuo che si tratta di rigurgiti da social a cui tutto sommato siamo abituati. Ti svegli e scopri che in fondo il vaccino dovrebbe diventare obbligatorio e che se non lo diventa per costringere tutti ma proprio tutti a vaccinarsi sarebbe necessario prevedere che se non sei vaccinato dovresti essere curato a spese tue se ti prendi il Covid. Pensi che non può essere vero e che domani tutti i giornali deploreranno queste assurdità. Ti svegli e scopri che in fondo l’opzione folle non solo non è criticata ma è seriamente considerata da medici e politici e giornalisti come ragionevole e anzi auspicabile. A questo punto non vai più a letto perché ti convinci che se provassi a non dormire, piano piano ti sveglieresti.

Allora provi a ragionare ripetendoti – al netto di mille altri ragionamenti che hanno il difetto di discendere dall’etica, dalla morale, dalla logica e dal diritto, tutte cose secondarie e non meritevoli di apprezzamento –

ma se è ormai ampiamente dimostrato dai fatti che anche chi si è vaccinato non solo si può ammalare di nuovo ma è pure contagioso, il green pass non finisce per essere controproducente?

ma se con le mie tasse ho contribuito e contribuisco a pagare i vaccini di coloro che criticano la mia scelta di non vaccinarmi perché non dovrei essere curato se dovessi ammalarmi?

ma se il vaccino sembra mantenere efficacia per quattro-sei mesi, perché la durata di validità del green pass è stata estesa da nove a dodici mesi?

ma se ci sono cure che hanno dimostrato la loro efficacia se somministrate per tempo perché non se ne parla mai ma proprio mai, quasi fossero frutto di arcane alchimie di qualche folle negromante?

ma se davvero i numeri non fanno paura e possono essere illustrati con pacatezza perché sono presentati solo come fossero una prova del nove per avvalorare tesi predefinite?

ma se nessuno a questo mondo può dirci quale può essere l’effetto dei vaccini a distanza di due, tre, cinque anni perché non si è scelto di applicare un semplice criterio cautelativo, bilanciando effetti certi e ignoti?

ma se è certo l’assembramento nel traporto pubblico locale perché non è possibile andare a trovare un parente in ospedale senza green pass adottando specifici protocolli?

ma se si dà rilevanza a coloro che già intubati implorano la vaccinazione, perché non si dà rilevanza a coloro che sostengono di avere avuto effetti collaterali dalla vaccinazione?

ma se davvero tutte queste obiezioni nascono da fake news e da boiate pazzesche perché non sono confutate con argomenti convincenti?

ma se viviamo in un mondo di inclusione perché devo sentirmi un reietto se non contravvengo nessuna norma ed esercito quello che, fino ad ora, almeno per questa notte, domani si vedrà, è ancora un mio diritto?

Poi un giorno leggi su “Il Foglio”, quello che un tempo fu un giornale equilibrato, ragionevole, che invitava a riflettere, magari non essendo d’accordo, e scopri che se ti fai queste domande fai parte di una “minoranza rumorosa e insinuante”. E rimani profondamente amareggiato.

Non ti meriti questi epiteti, non foss’altro perché non stai facendo casino e hai sempre giocato alla luce del sole. Tutto all’opposto dell’ipocrisia con la quale politici, giornalisti e giuristi stanno spacciando 18 mesi di misure deliranti come frutto della volontà di non lasciare nessuno indietro e della necessità di proteggere il nostro prossimo.

Allora concludi che non sei tu ad essere cambiato ma il mondo attorno a te, che i valori e i paradigmi di ieri l’altro sono stati sostituiti da altri senza che tu abbia mai potuto esprimere la tua opinione. Ma quell’opinione interessa a qualcuno? no, perché non è conforme alla rassicurante fiducia verso chi governa e chi sostiene che va tutto bene. Devi subire, possibilmente in silenzio, se no sei rumoroso e insinuante. Pura tecnica bolscevica.

Tu sei un privilegiato, sei un libero professionista, puoi continuare a lavorare con relativa tranquillità. E pensi a quelli che questa tranquillità non l’hanno da mesi. E oggi devono scegliere se vaccinarsi per forza oppure perdere il lavoro. Verranno battaglie giudiziarie, ma intanto lo stipendio e il lavoro lo perderanno. E pensi anche a quanti si sono vaccinati non certo per convinzione ma appunto perché hanno dovuto chinare il capo. Non sembra proprio una bella vittorio dello Stato.

Viene l’epoca del tutti contro tutti. Perfetto epilogo dell’uniti si vince.

Allora, visto che non sei incline al vittimismo fai quello che puoi.

Continui a scrivere – come hai fatto già

il 1 aprile 2020,

il 20 aprile 2020,

il 22 ottobre 2020,  

l’11 gennaio 2021,

il 7 febbraio 2021,

il 7 aprile 2021,  

e a parlare di questo ipocrita sovvertimento della realtà e dei diritti.

Lo fai per puro spirito di testimonianza, senza alcuna speranza di convincere. Non ti aspetti alcuna pacca sulle spalle. Speri in qualche odiatore della rete. Di gran lunga meglio rispetto al silenzio.