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Truffa - Corte d’Appello di Cagliari: la vendita sul web di beni a prezzi vantaggiosi mai consegnati all’acquirente integra il reato di truffa

Truffa - Corte d’Appello di Cagliari: la vendita sul web di beni a prezzi vantaggiosi mai consegnati all’acquirente integra il reato di truffa
Truffa - Corte d’Appello di Cagliari: la vendita sul web di beni a prezzi vantaggiosi mai consegnati all’acquirente integra il reato di truffa

La Corte d’Appello di Cagliari ha affermato che la vendita sul web di un bene per una somma particolarmente conveniente e dunque con la consapevolezza dell’appetibilità del prezzo, seguito dall’indisponibilità del bene, integra la fattispecie di truffa contrattuale e non semplice inadempimento.

 

Il caso

In seguito alla mancata consegna di un’autoradio acquistata online su un sito internet adibito alla vendita, il destinatario del bene proponeva ricorso presso il Tribunale di Cagliari, che, con sentenza del 30 aprile 2015, condannava il venditore alla pena di sei mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di euro 51.00, avendolo ritenuto colpevole del reato di truffa per avere con artifici e raggiri indotto in errore l’acquirente sulla effettiva disponibilità e l’intenzione di vendere il suddetto bene, procurando a sé un ingiusto profitto.

In seguito alla condanna del Tribunale, il difensore dell’imputato impugnava la predetta sentenza chiedendo l’assoluzione del suo cliente, ritenendo che il fatto narrato non integrava l’ipotesi di truffa, bensì di semplice inadempimento contrattuale.

È da premettere che la persona offesa, nonché destinatario del bene, non potendosi permettere di acquistare autoradio di altre marche, era rimasto colpito dal prezzo vantaggioso di euro 345,00 dell’impianto predetto. Secondo le affermazioni del soggetto offeso, si trattava di un bene con le stesse caratteristiche di autoradio più costose venduto al 50% in meno, circostanza questa decisiva ai fini dell’acquisto.

L’acquirente, non vedendosi recapitare il bene acquistato, aveva sollecitato l’imputato al fine di velocizzare i tempi di spedizione o, comunque, al rimborso di quanto già pagato. Il venditore, per rabbonire il cliente, aveva indicato allo stesso un numero di spedizione del pacco rivelatosi poi fasullo. Tale evento è stato definito dalla Corte d’Appello di Cagliari un vero e proprio raggiro, che realizza la figura criminosa della truffa contrattuale.

La decisione

La Corte d’Appello ha constatato le tantissime querele pervenute nei confronti del venditore per i medesimi fatti, avvenuti tramite lo stesso sito, alle quali hanno fatto seguito l’oscuramento della pagina web in quanto sequestrata dalla Polizia Postale. L’imputato, infatti, ha affermato la Corte, era già conosciuto dalla Polizia Postale e dalla stessa autorità giudiziaria.

Inoltre, nel caso di specie, la Corte ha sottolineato che la circostanza per cui il sito online gestito dal venditore sia correttamente registrato e che lo stesso sia comunque reperibile, non esclude la sua mala fede.

Secondo la Corte d’Appello “le modalità della vendita, con la consapevolezza dell’appetibilità del prezzo e dell’indisponibilità del bene o dell’impossibilità di reperirlo nel mercato sono elementi sintomatici della volontà di ingannare il prossimo al fine di concludere un contratto che non potrà mai essere adempiuto”.

Pertanto, la Corte d’Appello ha rigettato l’appello della difesa, confermando integralmente la sentenza del Tribunale di Cagliari.

(Corte d’Appello di Cagliari - Sezione Prima, Sentenza 14 aprile 2017, n. 230)