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Verso il benessere: i rischi psicosociali

rischi psicosociali
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Verso il benessere: i rischi psicosociali

Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute”

Voltaire

In questo periodo sempre più aziende mi chiedono di parlare di rischi psicosociali e allora ho pensato che condividere con voi alcune informazioni che spero possano essere utili. Intanto la definizione che ci dà l'Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (European Agency for Safety and Health at Work): "lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall'ambiente lavorativo eccedono le capacità dell'individuo nel fronteggiare tali richieste". L'articolo 3 dell'Accordo Europeo dell'8 ottobre 2004 - così come recepito dall'Accordo Interconfederale del 9 giugno 2008 - definisce lo stress lavoro correlato come “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro” (art. 3, comma 1). Perché parlarne? Perché lo stress sul lavoro ha effetti disastrosi sulle persone e sulle organizzazioni. Proviamo a rispondere insieme ad alcune domande.

 

Che cosa sono i rischi psicosociali?

 

Tutto ciò che è provoca disagio sul posto di lavoro, in particolare:

  • Violenza interna: mobbing, molestie di qualsiasi tipo, aggressività, svalutazione
  • Violenza esterna: aggressione e denigrazione da parte di clienti/fruitori/interlocutori esterni (qui mi vengono in mente le aggressioni verbali alle segreterie didattiche)
  • Stress: quando percepiamo che l’ambiente ci chiede più di quello che possiamo fare (riprendiamo il ricco spunto del nostro caro Simone Vender (https://www.filodiritto.com/stress). Può essere legato a cambiamenti organizzativi, un cattivo management (e chi non ha un esempio in mente scagli la prima pallina antistress), incertezza, relazioni disfunzionali, micromanagement (https://www.filodiritto.com/fiducia-e-micromanagement)

 

Che cosa provocano? Quali sono le conseguenze dell’essere esposti

 

Essere esposti a rischi psicosociali ha forti ripercussioni sulle persone e quindi sulle organizzazioni.

Sulle persone:

  • Effetti psicologici: ansia, depressione, sbalzi di umore, senso di inutilità, burn out…
  • Effetti fisici: problemi cardiaci, problemi gastroenterologici, insonnia, problemi muscoloscheletrici…
  • Effetti comportamentali: aumento delle dipende di ogni tipo (sostanze, alcol, fumo, shopping), aumento degli errori, assenteismo…

Sull’azienda

Riduzione della produttività, aumento degli incidenti, turn over, clima deteriorato, aumento aggressività, calo di senso di appartenenza…

 

E allora che cosa possiamo fare?

 

Sicuramente è più facile intervenire sui fattori di protezione che sui fattori di rischio (i fattori di protezione sono le cose che ci fanno stare bene, sul lavoro e fuori).

Prima di tutto avere consapevolezza che i rischi psicosociali esistono. Poi mettere in atto delle strategie che possono essere utili:

  •  Parlarne, parlarne, parlarne. Il fatto di condividere la nostra sofferenza, il nostro senso di ingiustizia, il non condividere più i valori di un’organizzazione che non riconosciamo più nostra è già un punto di partenza importante.
  • Non esitiamo a coinvolgere professionisti della salute (in molto atenei/organizzazioni ci sono sportelli di ascolto psicologico) e rivolgerci al medico quando i sintomi sono invalidanti
  • Se vediamo una persona in difficoltà (sia un collega, un collaboratore, il nostro responsabile) proviamo, partendo da fatti concreti come sta e che cosa sta accadendo. Ad esempio “vedo che da qualche tempo non mangi più con noi/non partecipi più alle riunioni, sei assente…, hai voglia di raccontami che cosa sta accadendo”? “Sono preoccupato per te”. “ci sono cose che posso fare per darti una mano?””Essere sotto pressione sul lavoro, affrontare i cambiamenti, vedere delle ingiustizie è molto pesante, capisco come ti senti…quando mi è capitato mi sono rivolto a…si va se ci prendiamo un caffè?”
  • Coinvolgiamo persone che come noi stanno vivendo la situazione e proviamo a trovare delle strategie comuni
  • Dedichiamo tempo alle cose che ci fanno stare bene (i nostri fattori di protezione)

 

Buon viaggio nella consapevolezza e nel benessere!