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Green pass obbligatorio per lavorare

Proposto da Confindustria, avallato da Ricciardi, osteggiato dai sindacati
appunti di musica
Ph. Luca Martini / appunti di musica

Green pass obbligatorio se si vuole continuare a lavorare

Confindustria propone un green pass obbligatorio per tutti i lavoratori.

È questo quanto riferito al presidente del Consiglio Mario Draghi: permettere l’ingresso in azienda solo a chi può dimostrare, attraverso il green pass, di essersi vaccinato.
 

Green pass obbligatorio: quali sono le conseguenze se non si ottiene?

Le conseguenze in caso di assenza di green pass obbligatorio per lavorare sono drastiche. Chi infatti non si sottopone alla vaccinazione puè essere demansionato, ovviamente se la nuova attività lavorativa risulta compatibile con il lavoro svolto in azienda.

Se questo non può essere possibile, il datore di lavoro può decidere di non farlo entrare e di togliergli lo stipendio.

Quanto sopra viene riferito dal quotidiano ”Il Tempo“ attraverso una lettera firmata da Francesca Mariotti, alto dirigente di Confindustria


Green pass obbligatorio: la lettera shock di Confindustria

Riportiamo di seguito un estratto del contenuto della lettera pubblicata dal giornale ”Il Tempo“e firmata da Francesca Mariotti.

“Nonostante la campagna vaccinale abbia registrato finora un buon andamento, numerose imprese associate hanno segnalato la presenza di percentuali consistenti di lavoratori che scelgono liberamente di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid 19, esponendo di fatto a un maggior rischio di contrarre il virus se stessi e la pluralità di soggetti con cui direttamente o indirettamente entrano in contatto condividendo in maniera continuativa gli ambienti di lavoro”.

Al fine di tutelare tutti i lavoratori e lo svolgimento dei processi produttivi, nel pieno rispetto delle libertà individuali, Confindustria ha proposto l’estensione dell’utilizzo delle certificazioni verdi (green pass) per accedere ai contesti aziendali/lavoristici, avviando interlocuzioni con il Governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso”

“L’intenso è quello di consentire ai datori di lavoro di richiedere l’esibizione di una certificazione verde valida ai fini di regolare l’ingresso nei luoghi di lavoro e/o lo svolgimento delle mansioni lavorative dei vari soggetti”.

“La posizione assunta da Confindustria è che l’esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro. In diretta conseguenza di ciò, il datore ove possibile potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione; qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dall’azienda”. 


Green pass obbligatorio per lavorare: il parere di Walter Ricciardi

Anche Walter Ricciardi che, oltre a essere direttore scientifico di Ics Maugeri, è anche consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, si è detto favorevole al green pass obbligatorio per accedere in azienda. Riportiamo le sue parole, così come trascritte dal quotidiano online Huffington Post.

“Questa strada è assolutamente giusta, supportata dall’attuale legge sul lavoro che obbliga i datori a proteggere i propri lavoratori. Non solo è giustificata dalla pandemia, ma anche dalla legge. Faccio i complimenti a Confindustria per la proposta che mette in evidenza quanto sia importante tutelare la salute dei lavoratori”.

Ancora sul green pass obbligatorio al lavoro, Ricciardi aggiunge: il “green pass obbligatorio è la strada obbligata”, visto che “in questo momento abbiamo la necessità di agire rapidamente” limitando la circolazione del virus.

Come convincere, dunque, le persone della necessità del green pass obbligatorio?

“C’è bisogno di una strategia informativa adeguata .Una persona esitante deve essere tranquillizzata sui vaccini, la tecnologia più sicura per fortuna a nostra disposizione. Devono essere consapevoli che con le somministrazioni proteggono loro stessi, i propri cari e le altre persone. La pandemia non la sconfiggeremo con una sola misura. La comunicazione è una parte cruciale. Gli oltranzisti no vax sono il 2/3%, gli altri vanno rassicurati e informati”.

Staremo a vedere cosa succederà. Di certo ci sono già state levate di scudi contro il green pass obbligatorio sul lavoro.


Green pass obbligatorio: le proteste dei sindacati

Anche il Corriere della Sera riporta le proteste di vari esponenti politici, dal Presidente della Camera dei Deputati  Roberto Fico a Matteo Salvini.

C’è poi il fermo no dei sindacati, per i quali non se ne parla in maniera assoluta, tanto che la leader Fiom-Cgil Francesca Re David definisce l’idea “vergognosa”,

No anche da Stefano Bonaccini, ma ci sono anche  note stonate, come il leader di Cisl Emilia Romagna, William Ballotta, che si è detto “non scandalizzato” e  del sindacato Fismic Confsal che ritiene “opportuno affrontare in maniera laica e priva di pregiudizi la questione: l’introduzione del green pass e la creazione di reparti Covid free può essere una soluzione razionale al problema”.

Rispetto al green pass obbligatorio sul luogo di lavoro, il clima che si respira è rovente, e questa situazione sicuramente aprirà scenari di conflitti tra sindacati, imprenditori, associazioni di categoria e lavoratori. Forse sarebbe il caso di ricondurre il tutto alla ragionevolezza, parola ormai desueta e buttata nel dimenticatoio

Anche perchè, rispetto a queste accese contrapposzioni, sorge un dubbio: quid prodest?

 

Per saperne di più sul Green pass leggi "Green pass obbligatorio per ristoranti al chiuso, palestre, cinema e concorsi".