Impegno, preparazione, ruolo: una triade esplosiva

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Impegno, preparazione, ruolo: una triade esplosiva

 

Il successo nel lavoro, inteso come conseguimento dei risultati e benessere personale, è il risultato di tanti fattori.

LO SPUNTO

Vi segnalo uno stralcio del romanzo “Tatà” di Valérie Perrin.

È il dialogo fra una accanita appassionata di calcio e un giocatore. Lo propongo:

  • Ci sono quelli che giocano benissimo in attacco e quelli che funzionano meglio in difesa… Il calcio è collettivo, come la vita. Bisogna trovare il proprio posto. In realtà non esistono i fuoriclasse, esistono giocatori che sono un ruolo giusto e hanno una buona intesa… Quando c’è coesione, giovinezza, voglia e giocatori disposti bene dall’allenatore, spesso c’era grande squadra. Se metti Pelé importa non credo che combini molto. Lei, Aimé, gioca dalla sinistra, e va bene, ma secondo me, è solo un’opinione, badi, il suo ruolo sarebbe quello di impedire agli attaccanti avversari di passare. La vedo bene dietro. Deve chiedere all’allenatore, naturalmente, ma credo che renderebbe di più, impedendo agli attaccanti di superare la linea dei difensori.
  • Non mi ritiene bravo?
  • Altroché bravissimo, ma penso che non sia nel ruolo giusto.
  • Ho sempre giocato come ala sinistra.
  • Le abitudini possono cambiare.
  • Crede?

Ogni commento è superfluo.

IL VARIEGATO MONDO LAVORATIVO

Nelle mie attività di consulenza e formazione ho incontrato tante persone che hanno palesato, in modo diretto o indiretto, uno stato di insoddisfazione legato alla mancata coniugazione fra ruolo e proprie abilità, competenze, desiderata.

Sono situazioni di una profonda delicatezza, che a lungo lasciano un segno sia nell’organizzazione (risultati carenti) sia a livello personale (demotivazione e frustrazione).

SUGGERIMENTI

Purtroppo casi di disallineamento sono molto ricorrenti. Quando incontro una persona nel “posto sbagliato” le cause possono fare capo a diverse fasi:

  1. Selezione
  2. Inserimento
  3. Formazione
  4. Monitoraggio
  5. Crescita

Nella Selezione un bagaglio vario di esperienze anche in altri campi è oggi apprezzato: in passato veniva giudicato in modo negativo. Spesso questa pluralità può essere foriera di innovazioni e cambiamenti. Non è un caso che nel mercato le contaminazioni fra settori diversi siano premiate. Ricordiamo i primi casi che hanno fatto storia: Barnes & Noble, libreria e caffè, o Disneyland, parco giochi e fantasia.

La predisposizione per un certo ruolo è determinante. Ha detto (non ricordo più chi): “È inutile voler insegnare ad una gallina ad arrampicarsi su un albero: meglio scegliere uno scoiattolo!”. Attenzione però: la predisposizione rappresenta un punto di partenza. Ad esempio una persona che deve curare il rapporto con il pubblico deve avere doti di relazioni, ma queste devono poi essere personalizzate con i valori e lo stile dell’organizzazione.

L’Inserimento dà l’avvio ad un nuovo capitolo sia per la persona entrante che per il personale in generale. Vanno curati gli aspetti tecnici, organizzativi e sociali. Vanno condivise le regole del gioco. Ad esempio: trasmissione di obiettivi, cui seguirà sempre un feed back, in senso positivo con un “Complimenti: ben fatto!” o negativo evidenziando cosa non è stato fatto nel modo giusto.

La Formazione è un argomento ricorrente, ma non sempre dà i risultati attesi. Vanno individuate modalità di ascolto affinché le esigenze di chi è in campo possano trovare ascolto. Quando gli iter formativi vengono dall’alto è necessario far scattare le necessarie motivazioni per seguire con interesse e profitto i corsi. Teniamo presente che la persona dovrà riuscire ad utilizzare al meglio il suo tempo, per gli impegni normali e in più per seguire i corsi.

Nei casi in cui abbiamo fatto un ascolto diretto con il personale chiedendo quale tipologia e temi fossero di interesse, abbiamo fatto scoperte incredibili. La più particolare è di tanti anni fa: il personale addetto ai caselli dell’autostrada aveva chiesto un corso per gestire lo stress. Ebbe un grande successo.

Il Monitoraggio serve a far emergere eventuali problemi e dare riconoscimenti. Vanno ascoltati i superiori, i colleghi, i sottoposti. È interessante scoprire come uno stesso tema/evento venga poi raccontato con modalità diverse, anche opposte. Assolutamente da evitare: creare aspettative che non verranno ascoltate né riceveranno una risposta. Si creerebbero così le condizioni per una frattura che non può avere che risvolti negativi, sia a livello personale che collettivo.

La Crescita è una fase che va ben calibrata: non tutti al lavoro hanno ambizione di crescere. C’è chi delimita in modo netto lo spazio lavorativo da quello personale. In chi invece ci sono ambizioni la delineazione di un piano deve essere poi condivisa, in modo da remare tutti nella direzione giusta.
 

CONCLUSIONI

Voglio solo evidenziare che nel romanzo non è la persona a lamentarsi: un esterno, che guarda, al di sopra delle parti, evidenzia un ruolo poco calzante con le caratteristiche prestazionali.

Merita attenzione anche la risposta del calciatore, ignaro del suo potenziale in altro ruolo. E qui si insinua mellifluamente il tema del cambiamento: “Ho sempre giocato come ala sinistra”. Quante volte il timore taglia le gambe?