Imperfezione, potatura e perdita
Nessuna perla è uguale all’altra.
Nessuna perla è mai perfettamente simmetrica.
E nelle cose di questo mondo meglio tenersi lontani dalla perfezione: la luna quando è piena comincia a calare, la frutta quando è matura cade, il cuore quando è felice già teme di perdere quella gioia, l’amore quando raggiunge l’estasi è già passato.
Solo le mancanze assicurano la bellezza, solo l’imperfezione aspira all’eternità.
(Alessandro D’Avenia)
La ricerca della perfezione è una grande trappola, che sia sul lavoro, nella vita affettiva, nelle amicizie. In fondo si è “perfetti” (portati a termine, da qualche reminiscenza di latino) solo da morti, quando non possiamo più fare nulla e non possiamo più cambiare. La ricerca della compagna/compagno perfetto porta a grandi sofferenze quando ci si trova di fronte alla realtà del calzino lasciato in giro da quello che avevamo catalogato l’uomo (o la donna) ideale. La ricerca del 30 e lode ad ogni costo porta lo studente a procrastinare gli esami e ingabbiarsi in dinamiche poco funzionali di blocco di studio. La ricerca del documento perfetto ci porta a rimuginare su dettagli, allontanandoci da quello che vogliamo esprimere e portando dosi di stress non indifferenti.
Ultimamente si sente parlare di FOMO (letteralmente, fear of missing out): la paura di essere tagliati fuori (coniata per i social ma adatto anche alla vita reale). Quanto tempo investito nel guardare che cosa fanno i nostri amici/nemici/conoscenti/vicini di casa sui social (e non), a volere partecipare a eventi online o riunioni dal vivo (reminiscenze lontane, ma non troppo) dove potremmo non esserci ma abbiamo bisogno di esserci, quanto tempo “perso” per non volere “perdere” nulla.
Proviamo invece a lasciarci andare, a concederci di “perdere” qualche chat dei gruppi Whatsapp, qualche diretta Instagram, qualche Webinar (non so se esista un termine ma la nuova dipendenza dall’apprendimento virtuale per cui non si deve perdere nessuno dei tantissimi stimoli che troviamo online, salvo poi lasciare andare il video a telecamera e microfono spento e dedicarsi ad altre faccende), qualche meeting, qualche dettaglio, qualche relazione tossica.
Proviamo a fare come i giardinieri: “potiamo” quelle attività e persone “secche” per dedicare il nostro tempo, le nostre energie, le nostre emozioni a piccole cose imperfette. Sicuramente perderemo qualche cosa, ma guadagneremo in benessere e in crescita. Come le piante che vedo ora dalla mia finestra.
Come al solito qualche domanda (per gioco, una per ogni giorno della prossima settimana):
- Che cosa succede se non guardo Facebook (per i più agés) o Instagram (per i più giovani) per un giorno?
- Che cosa succede se non partecipo attivamente alle chat di gruppo del calcetto/uncinetto/gruppo genitori/ufficio/ufficio tutti meno x (di solito il capo) etc?
- Che cosa succede se non seguo tutti i webinar, se non partecipo a tutti i meeting?
- Che cosa succede se dico qualche no agli altri e qualche si a me?
- In che cosa posso sviluppare la mia “imperfezione”?
- Quali “imperfezioni” posso accettare nelle persone a me vicine?
- Quali sono i rami che posso “potare” nella mia vita?
Alla prossima chiacchierata (ma se ve la perdete… non succede nulla).