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Amazon: smart working a tempo indeterminato

Svolta in casa Bezos: con lo smart working si produce di più (e meglio)
Vasto 2017
Ph. Alessandro Saggio / Vasto 2017

Smart working: svolta in casa Amazon

Smart working: il colosso dell’e-commerce ha annunciato, attraverso il suo blog, l’intenzione di consentire ai propri dipendenti di optare per lo smart working a tempo indeterminato, all’unica condizione di recarsi in ufficio quando richiesto e necessario.

Chiaramente, la novità non riguarda la stragrande maggioranza dei lavoratori Amazon che ricopre mansioni legate alla logistica e quindi alle consegne e al magazzino; tuttavia, si tratta in ogni caso di un numero ingente di lavoratori che dagli uffici si sposteranno nelle proprie abitazioni (o nei luoghi che riterranno più opportuni).
 

Smart working: a chi interessa la decisione?

Nella missiva recapitata ai dipendenti della società statunitense si legge che: ci saranno team che continueranno a lavorare principalmente da remoto, mentre altri con una combinazione di collaborazione da remoto e in ufficio, altri ancora decideranno di essere invece più produttivi trovandosi perlopiù in ufficio. Intenzionalmente, non stabiliamo quanti o quali giorni, lasciamo ai direttori determinarlo, in accordo con i leader senior e i membri”. Come chiarito dal CEO di Amazon Andy Jassy, i lavoratori dovranno in ogni caso essere in grado di raggiungere il proprio ufficio entro 24 ore.
 

Smart working: il lavoro del futuro

Al pari di Amazon anche Microsoft ha annunciato la decisione di non riaprire, per il momento, i suoi uffici; si tratta di decisioni che evidenziano una tendenza ormai consolidata e suffragata dai dati sulla produttività dei lavoratori.

Nonostante, infatti, vi siano imprenditori che considerano lo smart working un mezzo per lavorare meno e che rimangono legati all’idea secondo cui il lavoratore dovrebbe essere controllato perennemente e visivamente, i dati sulla produttività dicono ben altro.

Lo smart working sembrerebbe, invero, ridurre lo stress dei lavoratori, conciliare le esigenze lavorative con quelle private, aumentare il grado di autonomia e flessibilità nella gestione dell’orario lavorativo e quindi di responsabilizzazione dei dipendenti.

Insomma, da strumento eccezionale ed emergenziale per la tenuta economica-lavorativa delle imprese nel periodo pandemico, lo smart working potrebbe diventare modalità ordinaria di prestazione dell’attività lavorativa.

D’altronde, è emblematico come un’azienda quale Amazon, con 75 miliardi di utili, decida di optare per tale forma di impiego, a ulteriore dimostrazione di come il lavoro da casa non sia necessariamente nemico della produttività.

In conclusione, lo smart working si appresta a divenire sempre di più la regola e sempre meno l’eccezione. Il mondo dell’imprenditoria, interessato direttamente o indirettamente (si pensi, ad esempio, ai ristoranti collocati nelle vicinanze dei grandi uffici) dovrà necessariamente adeguarsi alla nuova realtà lavorativa, mentre il legislatore dovrà fornire al lavoratore una serie di garanzie e tutele legate all’utilizzo dei sistemi telematici.