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Il datore di lavoro non può chiedere al dipendente se si è sottoposto alla vaccinazione anti Covid-19

Catona, Reggio Calabria 25 dicembre 2017
Ph. Francesca Russo / Catona, Reggio Calabria 25 dicembre 2017

Il Garante Privacy, con comunicato stampa di ieri, in merito alla vaccinazione anti Covid-19 in ambito lavorativo, ha precisato che il datore di lavoro non può acquisire, neanche con il consenso del dipendente o tramite il medico compente, i nominativi del personale vaccinato o la copia delle certificazioni vaccinali.

In particolare, per prevenire possibili trattamenti illeciti di dati personali e di evitare inutili costi di gestione o possibili effetti discriminatori, il Garante ha messo a disposizione di imprese, enti e amministrazioni pubbliche delle FAQ, al fine di fornire, nei diversi contesti lavorativi, indicazioni utili per applicare correttamente la disciplina sulla protezione dei dati personali nel contesto  emergenziale.

Soffermandoci sulla questione vaccini, non solo il datore di lavoro non può chiedere ai propri dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale, ma lo stesso non può essere messo a conoscenza dei nominativi dei dipendenti vaccinati nemmeno dal medico competente.

Quest’ultimo è l’unico che può infatti trattare i dati sanitari dei lavoratori e tra questi, se del caso, le informazioni relative alla vaccinazione, nell’ambito della sorveglianza sanitaria e in sede di verifica dell’idoneità alla mansione specifica.

Il Garante ha chiarito, inoltre, che: “In attesa di un intervento del legislatore nazionale che eventualmente imponga la vaccinazione anti Covid-19 quale condizione per lo svolgimento di determinate professioni, attività lavorative e mansioni, nei casi di esposizione diretta ad “agenti biologici” durante il lavoro, come nel contesto sanitario, si applicano le disposizioni vigenti sulle “misure speciali di protezione” previste per tali ambienti lavorativi”.

Sulla questione test sierologici in ambito lavorativo, è stato già chiarito dalla stessa Autorità che il datore di lavoro non può effettuare direttamente test sierologici sui propri dipendenti.

In particolare, il Garante ha affermato, infatti, che: “Solo il medico competente, in qualità di professionista sanitario, tenuto conto del rischio generico derivante dal Covid-19 e delle specifiche condizioni di salute dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici  e suggerire l’adozione di mezzi diagnostici, qualora ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus e della salute dei lavoratori (cfr. par. 12 del Protocollo condiviso tra il Governo e le Parti sociali aggiornato il 24 aprile 2020)”. Per approfondire si rinvia all’articolo “Il datore di lavoro non può effettuare direttamente test sierologici Covid-19 sui propri dipendenti”, pubblicato su Filodiritto.