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Tu chiamale se vuoi emozioni: la gioia

Fusione di colori
Ph. Ermes Galli / Fusione di colori

“Se per la tua gioia hai bisogno del permesso di altri, sei proprio un povero sciocco”.
(Hermann Hesse)

 

In questo periodo di grande fatica e stress per tutti, mi piace dedicarmi, in questo viaggio nelle nostre emozioni, a riflettere con voi sulla gioia. È legata al nostro stare bene, alle cose che ci fanno e danno piacere, al raggiungere un obiettivo, al trovare o ritrovare il nostro benessere, allo stare bene con le persone. Ci serve per attivare il corpo a intraprendere azioni e relazioni, ci porta a costruire rapporti sociali. Siamo felici e a livello fisiologico aumenta la frequenza cardiaca, la respirazione e il rilascio delle nostre care amiche endorfine (la nostra “droga” naturale per il benessere).

Spesso cadiamo però in una trappola: pensiamo che il nostro benessere dipenda esclusivamente dagli altri. Così mettiamo nelle mani altrui la nostra gioia: se il nostro responsabile non ci dice “bravo” per quel progetto portato a termine, se nostro marito (o moglie) non ci fa i complimenti per la teglia di lasagne stiamo male.

Proviamo a liberarci dal bisogno di essere visti dagli altri, proviamo a imparare a fare a meno del riconoscimento altrui!!!

Il nostro mantra dovrebbe diventare “io vado bene anche se tu non me lo dici”. Quando riusciamo ad entrare in questa logica tanto semplice quanto complessa da attivare ritroviamo lo stare bene. Spesso mi capita di lavorare con persone che si “boicottano”, che non si danno il diritto alla gioia, non se lo legittimano. Hanno probabilmente imparato da piccoli che non sta bene ridere in modo sguaiato, godere delle piccole o grandi cose che abbiamo, facciamo e sentiamo.

Lo stimolo che vorrei portarvi è recuperare il benessere, concederci di stare bene. Ed essere felici senza un motivo particolare. Probabilmente avrete una canzone che vi porta gioia: non esitate ad ascoltarla più spesso.

Così come torniamo a fare quello ci piace fare (io, ad esempio, provo uno stato di gioia annusando un boccettino di essenza di lavanda: costa poco e mi dà pace).

Un piccolo esercizio per trovare benessere. Proviamo a vivere la nostra gioia: immaginiamo una situazione in cui siamo stati bene. Sediamoci comodi e stiamoci dentro, riviviamola, sentendo il calore, il benessere, la gratificazione, i suoni, gli odori, le sensazioni nel corpo, i pensieri. Associamo una parola a questa sensazione, scriviamola, disegniamola, fotografiamola e tiriamola fuori per quando ne avremo bisogno.

La gioia spesso è dentro di noi ma noi ce ne dimentichiamo!

La gioia è anche legata alla gratitudine e io qui vorrei ringraziare e ricordare i miei compagni di viaggio con alcune delle parole che mi hanno fatto provare gioia leggendole (e spero anche a voi): il gioco di Simone Vender, la gentilezza di Grazia Mannozzi, l’empatia di Alfredo Biffi, il coinvolgere di Barbara Neri, l’entusiasmo di Francesca Giannuzzi, la relazione di Giovanni Lodigiani.

E infine, come al solito qualche domanda riflessiva:

  • Chi o che cosa mi dà gioia?
  • Chi o che cosa mi impedisce di provare gioia?
  • Che cosa posso fare per stare bene?
  • Che cosa posso smettere di fare per stare bene?
  • Che cosa posso fare di nuovo per stare bene?
  • Che cosa posso di più per stare bene?
  • Che cosa sto scoprendo di nuovo di me?

 

Buon viaggio nella “gioia” a tutti e buone feste piene di ben-essere, ne abbiamo tanto bisogno.